Gentili partecipanti,
desidero informarvi delle dimissioni di Ferdinando Mulas, rappresentante di ATCP, dal CdA della Comunità. Non serve da parte mia aggiungere molto alle parole che lo stesso Mulas ha usato per spiegare la sua scelta nella lettera di dimissioni che vi allego e vi invito a leggere con attenzione. Mi limiterò ad inquadrare questo ultimo episodio in un quadro più ampio e chiaro che da anni andiamo denunciando.
Innanzi tutto, vorrei rimarcare come questa lettera confermi che Mulas ha portato avanti il suo incarico nell’ultimo CdA in linea con le istanze sostenute da ATCP. Mulas ha cercato di portare avanti le esigenze dei partecipanti emerse nelle assemblee che chiedevano un cambio di passo e di visione purtroppo trovandosi sempre in minoranza o inascoltato. È solo l’ultima “vittima” di un metodo di gestione poco propenso a fare squadra che ha contraddistinto l’operato di Monterosso. Costui si è ritrovato a ricevere il testimone da Buffoni, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto. Un testimone che sin da subito si è rivelato per lui troppo pesante, non avendo, a differenza di Buffoni, la disposizione a lavorare in modo collegiale, di trovare l’accordo con gli interlocutori e di focalizzarsi sulle aspettative e i bisogni dei partecipanti. L’imprinting aziendalista che lo contraddistingue, lo ha portato, magari anche inconsapevolmente, ad accentrare su di sé ogni scelta ed ogni azione, mal sopportando chi, come il sottoscritto, più volte nel precedente CdA lo ha spinto a mediare le posizioni o peggio, gli ha votato contro. Si veda per esempio il servizio di riparto, una trappola mangia soldi da lui fortemente voluta di cui continuiamo a pagare economicamente i pesantissimi danni (link). Un crescente fastidio mal celato che lo ha portato nel 2021 ad escludere il sottoscritto dalla lista del nuovo CdA, al quale, come emerge dalla lettera di dimissioni di Mulas, ha dato, fin da subito, un’impronta di gestione autocratica. Pochi mesi dopo sono seguite le dimissioni di Ognissanti, molto polemico sul cambio impresso, e quelle di Pedace (persone dal sottoscritto molto stimate). Un CdA oggi dimezzato nel suo organico che da solo spiega tutto. Purtroppo, dobbiamo prendere atto della pochezza dei suoi risultati, praticamente irrilevanti, e soprattutto della terra bruciata che ha fatto con tutti gli interlocutori facendo piombare la Comunità in uno stato di irrilevanza. La sua totale assenza di visione lascia una pesantissima eredità al prossimo CdA che tanto dovrà lavorare per riparare a questi errori e al tempo perso, ripristinando un rapporto di proficua collaborazione con il territorio, con i partecipanti e con le istituzioni a cominciare dal Comune.
Vi lascio sotto la lettera di dimissioni dal CdA della Comunità di Ferdinando Mulas.
Il Presidente di ATCP
Stefano Angeli
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Caro Gianni,
sebbene in prossimità della scadenza del mandato, con la presente rassegno le mie dimissioni dal C.d.A. Volevo farlo da tempo, ma poi sono andato avanti per inerzia. Le ragioni sono principalmente legate al fatto che il C.d.A., nei tre anni trascorsi, non è stato in grado di definire un minimo di prospettiva proiettata sul futuro e di elaborare una linea d’azione tale da gestire adeguatamente la delicata fase di transizione della Comunità da gestore di servizi urbanistici di competenza pubblica a consorzio condominiale privato, costituito da proprietà esclusive e da proprietà comuni da amministrare. Lo stato di grave degrado in cui versa, oggi, Costa Paradiso, oltre alle responsabilità del Comune di Trinità, è anche il frutto di un’assenza di visione del C.d.A. e dei suoi sforzi inadeguati o non andati a buon fine per coinvolgere efficacemente i vari attori in gioco, a cominciare dal Comune. L’attività del C.d.A. è stata orientata principalmente a garantire la correttezza contabile della Comunità, cosa sicuramente apprezzabile, ma per quanto riguarda tutto il resto essa si è tradotta in azioni che alla fine sono risultate velleitarie e senza alcun risultato tangibile. Per quanto mi riguarda, ho vissuto questa situazione con disagio e senso di frustrazione, in verità anche per un altro motivo: fin dall’inizio dell’incarico, non mi sono sentito parte integrante di questo C.d.A., per un vizio di origine già dal giorno dell’assemblea elettiva. C’era stato, quel giorno, un intervento a dir poco sgradevole di OMISSIS nei riguardi di tre consiglieri eletti, tra cui in particolare la mia persona. Tu ti sei rifiutato di prendere posizione a difesa dei tre sfiduciati in pubblico, minando così fin dall’inizio la coesione e la fiducia reciproca, che sono necessarie in un organo collegiale. Di ciò evidentemente non avevi più bisogno. Così hai archiviato la precedente esperienza di gestione condivisa ed hai messo in atto una gestione autocratica del C.d.A., che ti ha portato a prendere, da solo, decisioni in contrasto con delibere collegiali verbalizzate o decisioni rilevanti senza delibera collegiale, cito come esempio, ma non è il solo, la messa nel cassetto della bozza del nuovo regolamento, ormai ad uno stadio avanzato di elaborazione. Alla fine, preso atto che la mia era una posizione di minoranza, senza alcuna possibilità di incidere sulla gestione, mi sono, di fatto, estraniato da essa, limitando il mio apporto alla redazione dei verbali e a dare una mano ad Anna per contrastare la morosità. Con le mie dimissioni, se vuoi, anche tardive, avevo il bisogno di ribadire il mio dissenso da quella che è stata una gestione essenzialmente personale della Comunità, peraltro priva di risultati.
Un saluto cordiale, senza alcun risentimento.
Ferdinando Mulas
9 maggio 2024
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