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  • Immagine del redattoreConsiglio Direttivo di ATCP

Resoconto dell'assemblea annuale di ATCP

Il 30 agosto scorso, si è svolta a Costa Paradiso, presso il Jolly Bar, una riunione aperta a tutti i proprietari del comprensorio, organizzata da A.T.C.P., per discutere e confrontarsi su tre tematiche di grande importanza per il nostro territorio:


1. l’entità e la qualità dei servizi per la collettività;

2. la cura e la tutela del territorio e dell’ambiente naturale;

3. un nuovo sistema di gestione della Comunità.


La partecipazione è stata molto ampia, eravavamo circa 150 persone, si può dire oltre le attese, segno che i temi portati in discussione sono sentiti da tutti, mentre il dibattito, ordinato e senza intemperanze, è stato interessante e proficuo, ponendo in evidenza i bisogni fondamentali della collettività, ma anche una chiara ed esplicita esigenza di cambiamento, tanto nella governance della Comunità che sulla quantità e sulla qualità dei servizi e sulla loro gestione.


Insomma, dalla riunione è risultata netta la percezione che a Costa Paradiso si è ormai chiuso o sta per chiudersi un ciclo, durato cinquant’anni - quello della Comunità come l’abbiamo conosciuta finora - e che vi sono molti Partecipanti che ne vogliono aprire uno nuovo, più confacente ai loro bisogni.


La ragione di questa esigenza è che, per anni, la Comunità è stata gestita con criteri e modalità poco o niente orientati a garantire gli interessi di tutti i proprietari. Infatti, tutti i C.d.A., succedutisi nel tempo fino al 2017, hanno evitato qualsiasi iniziativa affinché il Comune di Trinità d’Agultu rispettasse gli obblighi assunti nella convenzione di lottizzazione, in particolare per l’acquisizione delle infrastrutture di urbanizzazione, gestite senza alcun titolo dalla Comunità e con tutti gli oneri a suo carico, dopo la scadenza dei termini previsti dalla convenzione stessa.


Le conseguenze sono state pesanti: una Comunità gravata di compiti non rientranti nella sua sfera (privata) di competenza e con i relativi oneri a suo carico; una qualificazione giuridica ambigua e variabile in base alle circostanze; un Regolamento imposto ed ereditato dalla cooperativa lottizzante, ormai datato; una governance affidata ad un organo di gestione e di rappresentanza non adeguatamente disciplinato nel regolamento e quindi molto dipendente dalla personalità del presidente del C.d.A.; una gestione contabile in cui non sono mancati ammanchi di cassa, buchi e bocciature di bilancio, elevata morosità e riscossione del credito, con la franchigia verso alcun proprietari; mancati pagamenti di utenze e di oneri previdenziali per il personale dipendente; allacci abusivi alla fognatura; sospensione della fornitura dell’acqua per morosità verso Abbanoa; e, infine, uno sviluppo edilizio dissennato e fuori controllo, che ha inferto ferite mortali al territorio e al paesaggio.

Tante che nel 2012, A.T.C.P. ha presentato un ricorso al TAR contro il Comune di Trinità per l’adempimento degli obblighi da esso assunti in convenzione rispetto alle opere di urbanizzazione.


Una correzione di rotta si è avuta nel 2017, con l’elezione del nuovo C.d.A., cui partecipava anche A.T.C.P. con due suoi rappresentanti. I debiti sono stati saldati e i conti sono stati messi in ordine, la morosità è stata progressivamente ridotta e riportata a livelli fisiologici. Restava aperto il problema delle opere di urbanizzazione che il Comune aveva l’obbligo, per legge e per convenzione, di acquisire e di sottrarle alla gestione illegittima della Comunità.


Purtroppo, ogni tentativo bonario col Comune per addivenire ad una soluzione è rimasto senza esito, fino a quando, nel 2018, il C.d.A. ha deciso, prima, di sostenere economicamente il ricorso di A.T.C.P. e poi di proporre un altro ricorso al TAR contro il Comune, così capovolgendo la precedente linea di compiacenza. Entrambi i ricorsi si sono conclusi con la condanna del Comune, che a questo punto ha, sì, formalmente acquisito le opere ma di fatto non le ha ancora concretamente prese in carico, eccependo svariati pretesti burocratici, che ritardano, oltremisura, l’atto di transizione al gestore unico Abbanoa.


Perciò, al danno economico subito per 28 anni, oggi si è aggiunta la beffa, costituita dal fatto che la Comunità continua a sostenere le spese di gestione per opere che non sono più formalmente sue. Peraltro, il C.d.A. in carica ha promosso, con più di un anno di ritardo, davanti al TAR il giudizio di ottemperanza nei confronti del Comune per l’esecuzione di quanto disposto dallo stesso TAR nella sentenza del 2022. Il risultato paradossale di questa iniziativa tardiva del C.d.A. è stato che il Comune, pur condannato ad adempiere, ha ottenuto altri 200 giorni di tempo fino al 20 febbraio 2024. Nel frattempo, che farà la Comunità? Continuerà a sostenere le spese di gestione dell’impianto idrico e di quello fognario, ormai di proprietà del Comune da più di un anno?


Questo sintetico excursus del passato è utile ad affermare che occorre aprire un nuovo ciclo per dar vita ad una Comunità sostanzialmente rinnovata:

  • nella precisazione dei suoi scopi e degli interessi collettivi da tutelare;

  • nella adozione di un nuovo regolamento;

  • nella definizione di un sistema di governance più aderente alla realtà attuale;

  • nell’incremento e nel potenziamento dei servizi diretti alla collettività, tesi a migliorare le condizioni di vita e di godimento nell’ambito del comprensorio;

  • nell’attivazione di un rapporto di dialogo e di collaborazione col Comune di Trinità, ovviamente nel rispetto dei rispettivi ruoli.

Tutto ciò partendo da una visione della Comunità diversa rispetto a quella conosciuta finora!


Le numerose presenze alla riunione del 30 agosto (sicuramente superiori a quella del 3 agosto organizzata dal C.d.A. della Comunità) e l’interesse manifestato per i temi oggetto di dibattito ci confermano la necessità di operare una svolta nell’amministrazione di Costa Paradiso. E in effetti, tra le due alternative emerse in sede di dibattito, e cioè una Comunità con i servizi ridotti al minimo, un’altra con servizi più ampi, anche integrativi di quelli, insoddisfacenti, forniti dal Comune o altro ente pubblico, ad una precisa domanda posta dal presidente di A.T.C.P. la risposta è stata unanime in favore della seconda opzione.

A.T.C.P. intende, dunque, promuovere questo processo di rinnovamento sollecitando tutti i proprietari a parteciparvi trattandosi di un processo che mira a tutelare gli interessi di tutti. Uno specifico invito sarà rivolto a tutti coloro che in Costa Paradiso svolgono un’attività economica. Infatti, anch’essi hanno tutto l’interesse, ed anche più di quello dei singoli proprietari, di arrestare il degrado cui il comprensorio sembra irrimediabilmente destinato, in assenza di interventi specifici, e di sviluppare i servizi collettivi di cui si è detto.


Su queste basi, A.T.C.P. predisporrà, nei prossimi mesi, uno specifico programma che sottoporrà alla valutazione ed alla condivisione di tutti i proprietari di Costa Paradiso.


IL CONSIGLIO DIRETTIVO DI A.T.C.P.

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