È veramente la fine di un’epoca quella a cui stiamo assistendo. L’epoca in cui ad amministrarci sono state, sostanzialmente, le stesse persone adottando sempre le stesse politiche, con risultati che possiamo definire tranquillamente fallimentari. Con le dimissioni del consigliere Monterosso, il presidente Piergianni Addis deve incassare il quinto abbandono su otto compagni di viaggio, e con esso il suo oggettivo fallimento come Presidente. Piuttosto che intestardirsi nell’addossare le colpe agli altri o mostrare stupore per le scelte altrui, dovrebbe domandarsi come mai tutti gli stanno voltando le spalle. E' partita insomma la corsa allo scaricabarile. Un declino che si protrae ormai da oltre un anno e mezzo, in cui l’orgoglio personale dei consiglieri superstiti e l’avversione ed il disprezzo per chiunque muovesse loro delle critiche, ha sempre avuto la meglio sull’interesse generale mantenendoli incollati alle sedie e alle loro posizioni: alla fine ci hanno condotto a questa situazione di ingovernabilità.
Con l’uscita di scena di questo C.d.A. dovrebbe aver fine anche quella logica degli schieramenti, che esso ha strumentalmente alimentato, contrapponendo, come un fantozziano teatrino della politica, “i buoni”, rappresentati dai proprietari sostenitori di questo C.d.A. e “i cattivi”, “quelli che c’erano prima”, gli imprenditori locali, rappresentati “da quattro o cinque famiglie”, per di più speculatori e morosi. In ciò, dimenticando che il presidente attuale è lo stesso dei C.d.A. passati, formati essenzialmente dagli imprenditori locali; dimenticandosi che l’unico schieramento da costituire stabilmente è quello di coloro che hanno a cuore la difesa e la valorizzazione di Costa Paradiso, indistintamente. Questo CdA ha preferito, invece, applicare il motto “Divide et impera”, incurante delle conseguenze negative per Costa Paradiso. Ecco perché ATCP ha scritto un nuovo programma, aperto a tutti, richiamando il contributo di tutti, perché tutti dovremmo essere interessati a risolvere i problemi e a rilanciare Costa Paradiso.
Un CdA spendaccione
Ad aprile 2016 scade il mandato triennale, e tutti quanti saremo convocati in assemblea per eleggere gli Organi di rappresentanza della Comunità. Questo C.d.A. sta pensando di convocarne una ad hoc, probabilmente tra uno o due mesi, per sostituire il consigliere Monterosso, dimissionario, e ridare al C.d.A. pienezza di potere operativo. Il regolamento sembrerebbe consentirlo, anche se è molto dubbio, ma qui c’è in ballo una questione di opportunità, che non può essere ignorata, così come un problema di spesa. Vale la pena spendere circa 30.000 € (questi sono più o meno i costi di un’assemblea) per tenere in piedi questo C.d.A. fino ad aprile 2016? Non è forse più logico restare in carica con i consiglieri superstiti, limitandosi alla gestione strettamente ordinaria, fino alla scadenza naturale e, a questo punto, convocare l’assemblea per rinnovare l’intero CdA per altri 3 anni e risparmiare soldi? Quali importanti decisioni deve assumere questo C.d.A. tra settembre 2015 ed aprile 2016 per promuovere un’assemblea che gli permetta di agire nel pieno dei poteri? Quali sono gli interessi in gioco? Come verrebbe scelta la persona che dovrebbe sostituire Monterosso? Su indicazione del C.d.A. o su libera scelta (si fa per dire) dell’assemblea? Perché questo C.d.A. quando prende delle decisioni antepone sempre i propri interessi a quelli dei suoi rappresentati? Perché dobbiamo pagare sempre noi la sua inettitudine e la sua protervia?
Ricordiamo alcune delle spese inutili sostenute:
È stata convocata una assemblea a Bologna per approvare il bilancio che ad Agosto fu bocciato perché presentato con evidenti errori contabili. Il tesoriere resta al suo posto e noi paghiamo.
Fu dato incarico ad una società per realizzare il nuovo gestionale salvo dopo 1 anno e mezzo revocare l’incarico. E noi paghiamo.
Si aumentano le quote in un sol botto del 12% su proposta del tesoriere (come recita il verbale del Cda di Novembre 2014). E noi paghiamo.
Ogni mese per dieci mesi ci sono stati reiterati ammanchi di cassa per un totale di 55.000€. Il tesoriere che ogni mese avrebbe dovuto chiudere i conti, dov’era? Lui resta saldo al suo posto e noi paghiamo.
Vista la mancanza di professionalità all’interno del C.d.A. superstite, è stato assunto con incarico a tempo un “Operations manager”, con una retribuzione annua intorno ai 50.000 €. Nessuno ne ha spiegato compiti e responsabilità, tanto più che la Comunità ha un funzionario tra i suoi organici, il cui ruolo viene di fatto soppiantato dal nuovo assunto. Per la selezione di quest’ultimo la Comunità ha speso 12.000 €. E noi paghiamo.
È stato portato avanti un progetto della fognatura, che alla fine è stato valutato non conforme alla normativa in materia. Ai costi del progettista (316.000 € già pagati) e dello studio di impatto ambientale (120.000 € a Sardegna Ingegneria) si sono aggiunti quelli relativi all’incarico per la validazione del progetto ad un professionista (l’Ing. Cassitta, pagato 87.000€) e dell’analisi idrogeologica del territorio (circa 40.000 €). Risultato, stiamo pagando sia il consulente sia il progettista perché litighino tra loro (è tutto fermo da Novembre 2014). E noi paghiamo.
Il CdA in barba al ricorso al TAR e in barba all’intenzione di tutelare i nostri interessi si è impegnato presso la Regione Sardegna per dare il via ai lavori dell’impianto fognario chiedendo il pagamento ai partecipanti. E noi paghiamo.
Il sito della Comunità è di tutti (aggiunto lunedi 8 settembre)
Cari lettori, il sito della Comunità è di tutti, perché tutti lo paghiamo, non è, come si vuole far credere, uno strumento di propaganda per chi sta dentro il CdA. Il Presidente Addis alle richieste di “sterilizzare” da critiche il sito risponde sempre che non si rassegnerà ad utilizzarlo come “gazzetta ufficiale” lasciando che altri siti possano essere utilizzati contro di lui come clave. Morale della favola: il sito non diffonde nessuna notizia o quasi su quanto fa il CdA ma in compenso pubblica molte lettere contro gli oppositori di turno. Qui c’è un grosso errore di fondo.
Guardiamo la politica, esiste il sito ufficiale della Presidenza del Consiglio (che per noi è il sito della Comunità), il sito del PD (che nel nostro panorama non esiste e sarebbe il sito della corrente di Piergianni Addis), e il sito di Forza Italia (che nel nostro caso sarebbero genericamente le opposizioni quindi noi di ATCP e CostaParadisoNews). Il Presidente Renzi, non usa certo il sito della Presidenza del Consiglio per diffondere le politiche del PD o peggio, per attaccare Forza Italia! Ecco il punto! Il Presidente Addis, DEVE utilizzare il sito della Comunità per informare tutti i partecipanti sulle iniziative intraprese dal CdA in carica, a prescindere dal colore politico. NON è autorizzato ad utilizzarlo per fare propaganda di parte essendo sprovvisto com'è di uno strumento di comunicazione privato idoneo. Per esprimere liberamente le nostre idee, noi di ATCP abbiamo creato questo sito, che viene finanziato con le quote degli associati, quindi uno strumento privato ad uso privato. Lui le chiama clave, (lasciando trasparire una intolleranza latente) noi semplicemente libertà di informazione. A tutt'oggi, il Presidente Addis si rifiuta di utilizzare correttamente uno strumento di tutti per informare tutti sulle iniziative di questo CdA, ma si arroga il diritto di utilizzarlo per diffondere articoli di parte, o peggio, per attaccare in forma anonima quanto scrive l’oppositore di turno, viva la democrazia!
Il re è nudo
I componenti del C.d.A., attraverso la (ex) UnioneProprietari, hanno chiesto a tutti le deleghe gridando ai quattro venti di essere portatori degli interessi esclusivi dei proprietari di case. Potevano offrire anche una lavatrice alle prime 50 telefonate, dico io. Già perché del programma che hanno presentato non hanno fatto nulla o quasi, e anzi, hanno persino deciso di non schierarsi dalla parte dei partecipanti nel ricorso al TAR promosso da ATCP. A loro interessa contrastare ATCP e pazienza se a scapito degli interessi di tutti. A loro interessa solo combattere gli oppositori, incapaci come sono di superare il passato. È servita una bella lettera dell’Avv. Perri per ricordare al C.d.A. i suoi doveri. In qualità di organo di rappresentanza, come prescrive la legge, ha l’obbligo di schierarsi sempre dalla parte dei suoi rappresentati nelle sedi opportune. Eppure ha deciso di non farlo nel ricorso al TAR, tradendo le promesse, tradendo il mandato. Molto in ritardo sembra aver capito il grave errore, grazie all’autorevolezza dell’Avv. Perri che ha messo “a nudo” il C.d.A., davanti alle sue responsabilità; ora, spinto anche dalle giuste pressioni dell’Avv. Bartolomeo Sotgiu (Presidente del CdR), sta prendendo in considerazione di intervenire ad adiuvandum nel ricorso al TAR in favore di tutti i partecipanti con ben due anni e mezzo di ritardo.
La politica dell’anonimato
Avete mai trovato, cari lettori, una lettera o un articolo dentro il sito della Comunità firmato? No nessuno, o meglio nessuno firmato da un consigliere. Ecco che emerge una logica ben precisa dell’agire senza metterci la faccia, del dire senza firmare o peggio, lasciare che a parlare siano altri. Già perché caso strano, ma a tutte le critiche che abbiamo rivolto loro, non hanno mai risposto con un articolo di loro pugno, ma con articoli anonimi, o attraverso la sottile linea di pubblicare lettere di altri come espressione dei loro pensieri. Un modo furbo insomma, di esporre gli altri alle critiche, per agire nel silenzio e nell’anonimato per potersi sempre presentare con la faccia pulita, perché in fondo, loro non hanno mai scritto niente. Leggo anche articoli (sempre anonimi) in cui si parla del Presidente del C.d.A. in terza persona “il Presidente è risentito”. Vorrei tanto sapere chi lo scrive, non fosse altro che per scongiurare l’esilarante l’ipotesi che sia stato scritto dal Presidente stesso.
Salvo l’uomo non l’operato
Un altro aspetto non secondario è che questo C.d.A. si è rivelato davvero incapace di separare il piano personale da quello legato all’incarico. Ogni critica sull’operato è stata vista come un’offesa personale. Anche le convergenze di opinione o di valutazione dei fatti tra gruppi di opposizione è stata vissuta e considerata come una forma di complotto contro il C.d.A. Perciò guai a dialogare con Pasquale Ferrara, colpevole di attaccare l’operato degli amministratori, o con altri oppositori. La reazione rabbiosa è stata di considerarci strumentalmente come traditori o fiancheggiatori dello schieramento avverso. Cose a cui non assistevo da quando avevo 14 anni sinceramente. Allora lo dico una volta per tutte in modo chiaro: io credo che sia giusto dialogare con tutti. Leggo tutti i blog e mi permetto di criticare l’operato altrui facendo una netta distinzione fra il piano personale e quello professionale. Perciò, non ho difficoltà a parlare con Piergianni Addis, così come con Pasquale Ferrara, piuttosto che con Rosetta Sini o Claudio Addis. E se questo a qualcuno non va bene è un problema suo perché non capisce che la difesa delle proprie idee non deve attuarsi con la battaglia e l’emarginazione delle persone dal punto di vista umano. Chi alza i toni portandoli sul piano personale, è semplicemente incapace di difendere le sue idee.
Questo C.d.A. era nato sotto ben altri auspici, con ben altre promesse, ma le persone chiamate a rappresentare quel programma hanno tradito le attese, perseguendo obbiettivi incomprensibili e quanto di più lontano si possa immaginare dai veri interessi dei proprietari. Salvo insomma l’elettorato non gli eletti.
Fare autocritica e ripartire
Va di moda il mito del tuttologo. L’uomo perfetto capace di fare tutto e non sbagliare mai. Non ho assistito ancora ad una parola di autocritica da parte del Presidente o del Tesoriere. Per dieci mesi ci sono stati reiterati ammanchi di cassa che il Tesoriere avrebbe potuto notare subito al primo mese se avesse chiuso i conti tra entrate ed uscite mensilmente. Ma nessuna parola di autocritica! Non si è mica pentito di averci convocato in assemblea ad agosto 2014 per votare un bilancio sbagliato ed anzi, ha inveito contro chi osava criticare la sua “creatura”. Eppure l’uomo sembra essere una persona perbene. Ma questo non lo porta automaticamente ad avere il massimo dei voti come tesoriere come lui invece si aspetta. Dall’altra parte invece non si dà il giusto peso, e io lo voglio fare, a chi riconosce pubblicamente di aver sbagliato, chiede scusa e decide di pagare i suoi errori, senza chiedere niente a nessuno. Mi riferisco a Claudio Addis, a cui tante critiche posso rivolgere per le sue scelte in passato come amministratore, ma lo valuto e rivaluto come persona, perché fino ad oggi, fino a prova contraria, è stato l’unico a dichiarare pubbliche scuse e per questo motivo merita sicuramente una seconda opportunità. Mi fido molto di più di chi sbaglia e sa ammettere i propri errori rispetto a chi invece sbaglia e si intestardisce nella difesa del proprio narcisismo.
La regola di massimo due mandati consecutivi
Credo fortemente nell’alternanza delle persone. Credo infatti che la causa dei problemi di Costa Paradiso sia imputabile alla gestione per decenni nelle mani delle stesse persone. Un sindaco o se preferite un Presidente degli Stati Uniti, resta in carica per massimo due mandati di fila. Il primo per tracciare un percorso e un altro per attuarlo. Ricandidarsi all’infinito vuol dire anteporre questioni e ambizioni personali all’interesse generale. Nella gestione della Comunità questo principio di opportunità e di garanzia non ha trovato applicazione. Basta vedere la storia di Costa Paradiso per scorgere, nell’amministrazione, sempre le stesse persone; qualcuno è addirittura succeduto al padre. Insomma, quasi un sistema dinastico. Le stesse persone che oggi hanno la faccia di bronzo nel presentarsi come i volti migliori per risolvere i problemi che loro stessi hanno creato. Tuttavia, anche se le regole non sono scritte, è possibile l’autoregolamentazione. Sono entrato nel Direttivo di ATCP l’anno scorso con l’obbiettivo di ampliare la conoscenza della associazione e di contribuire fortemente a farla diventare una stabile forza di governo nel territorio, quale espressione del volere dei partecipanti indistinti a prescindere da chi la guida e la guiderà. In questa direzione ho intrapreso stabili dialoghi con molte persone. Mi concentrerò in questo mio secondo mandato, affinché ATCP possa stabilmente essere dentro il C.d.A. della Comunità a partire dal prossimo, nel 2016, attraverso il dialogo e la ricerca del minimo comune denominatore, superando il passato, e superando le differenze personali in gioco. Superare le barriere che ci hanno insensatamente diviso per perseguire tutti insieme l’obbiettivo del rilancio di Costa Paradiso, accettando, talvolta, anche i compromessi. Sia che io riesca o non riesca in questo compito, ad Agosto 2016 concluderò il mio impegno, per continuare, tuttavia, ad essere un fiero e convinto iscritto e sostenitore di questa associazione, lasciando il posto ad altre persone, con nuove idee e nuova forza di azione.
In sostanza, il ricambio delle persone garantisce maggiore vitalità e partecipazione in qualsiasi organizzazione sia essa un’associazione come ATCP sia essa il C.d.A. della Comunità di Costa Paradiso.
Stefano Angeli
Membro del Consiglio Direttivo di ATCP
stefano.angeli@atcp.it