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Ordinanza comunale – riflessioni e indicazioni operative

Immagine del redattore: Presidente di ATCP - Stefano AngeliPresidente di ATCP - Stefano Angeli

Gentili Proprietari,


Alcuni di noi, me incluso, sono stati destinatari di un’ordinanza comunale che impone la dismissione delle fosse a dispersione in favore di soluzioni non inquinanti, come l’allaccio alla rete fognaria o l’adozione di fosse stagne. Tale provvedimento ha generato, come spesso accade a Costa Paradiso, un acceso dibattito, con la nascita di gruppi che si oppongono all’iniziativa comunale, spesso ergendosi a rappresentanti della collettività senza averne titolo. Questo clima di contrapposizione perpetua uno scenario di conflitto, che si ripete da anni. Tale atteggiamento, oltre a rallentare qualsiasi progresso, ignora la necessità di trovare un equilibrio tra le parti spingendo verso la sopraffazione.


La Sentenza del TAR: un principio fondamentale. La recente sentenza del TAR rappresenta un punto fermo da cui non si può prescindere. Essa stabilisce che i privati possono realizzare tratti funzionali della fognatura, se necessari per connettere le proprie abitazioni. È su questo principio che deve concentrarsi il confronto: qualsiasi altra pretesa rischia di generare confusione e ritardi. La sentenza conferma inoltre che il Comune ha il dovere di completare le infrastrutture, ma che i costi ricadono su noi proprietari, come era prevedibile.


Le ragioni del Comune. Il Comune è titolare delle infrastrutture di Costa Paradiso e ha la responsabilità di garantire il rispetto delle normative ambientali. È stato condannato dal TAR a completare le opere, sostenendone il costo attraverso gli oneri richiesti ai proprietari. Ha firmato una convenzione con la Paradiso Costruzioni e vorrebbe che i lavori fossero portati a termine. L’amministrazione ha ragione nel sottolineare che molte abitazioni sono prive di agibilità e che continuano a sversare liquami, configurando una violazione ambientale di rilevanza penale. Questa situazione è nota da decenni e, sebbene sia stata tollerata, non significa che debba essere condonata.


Le preoccupazioni dei proprietari. I proprietari sollevano due questioni fondamentali: il costo elevato dell’allaccio e la mancanza di garanzie pubbliche su un’opera realizzata da un privato. Attualmente, chi si allaccia deve pagare per un’infrastruttura che non è ancora collaudata e che rimane di proprietà privata. Le incertezze sul passaggio ad Abbanoa sollevano dubbi legittimi, poiché eventuali costi aggiuntivi potrebbero ricadere su chi ha già versato gli oneri di allaccio.


La posizione di ATCP. Questa associazione ha due principi irrinunciabili: difendere gli interessi degli associati e dei partecipanti in generale, guidandoli verso soluzioni giuste ed eque, e proteggere l’ambiente, perché l’inquinamento causato dalle fosse Imhoff non è più tollerabile. Non possiamo più giustificare chi continua a inquinare, opponendosi a qualsiasi alternativa sostenibile.


Il nodo della questione. L’impresa che sta realizzando la rete fognaria opera, purtroppo, con un modello di autofinanziamento, ovvero procede con i lavori solo grazie agli incassi derivanti dagli allacci. Questo sistema ha generato una situazione paradossale: i proprietari esitano a pagare perché l’opera non è completata, ma senza quei pagamenti l’impresa non può concluderla. Sarebbe stato auspicabile che l’impresa avesse avuto la solidità finanziaria per rispettare la convenzione senza dipendere esclusivamente dai contributi immediati dei privati. E in questo il Comune avrebbe dovuto pretendere maggiori garanzie prima di firmare la convenzione. È evidente che, una volta terminata e collaudata, la fognatura dovrà essere utilizzata da tutti i lotti confinanti, senza più indugi o resistenze.


Una soluzione equilibrata. Dati i fatti, è necessario trovare un compromesso che tenga conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte. La Paradiso Costruzioni ha ottenuto la concessione per realizzare il primo tratto fognario e deve essere accompagnata a completare l’opera. Tuttavia, è altrettanto essenziale che i proprietari ricevano garanzie concrete sull’affidabilità dell’infrastruttura.


Conclusione. Esorto tutti a non dare ascolto alle sterili contrapposizioni e a concentrarsi sull’obiettivo comune: regolarizzare la propria proprietà e garantire la sostenibilità del territorio su cui questa associazione combatte da oltre 30 anni. Il completamento della rete fognaria è nell’interesse di tutti: del Comune, dei proprietari, dell’impresa e dell’ambiente. La chiave è il dialogo costruttivo e il raggiungimento di un compromesso, non la conflittualità. Vi assicuro che in silenzio, come è giusto che sia, e con grande impegno, la Comunità e il suo Presidente stanno lavorando in questa direzione nell'interesse di tutti i partecipanti: vi invito pertanto a sostenerla isolando i soliti facinorosi.


Un cordiale saluto.


Il Presidente di ATCP

Stefano Angeli

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