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  • Immagine del redattorePresidente di ATCP - Stefano Angeli

Lettera aperta a Gianni Monterosso

Egregio presidente,


faccio seguito all’incontro fra il C.d.A. ed i Partecipanti della Comunità di Costa Paradiso, svoltosi il 3 agosto scorso presso l’anfiteatro adiacente il ristorante “Il Mirto”, per precisare il senso del mio intervento e dei miei rilievi critici nei confronti della gestione del C.d.A., da Lei presieduto.

In linea generale, volevo segnalare alla sua attenzione il sentimento di sconforto che assale chiunque oggi arrivi a Costa Paradiso, dopo un anno di assenza, nel vedere il grave degrado in cui versa il territorio di Costa Paradiso.

Lei ne ha attribuito la responsabilità al Comune di Trinità d’Agultu, che:

  • non provvede alla manutenzione della rete stradale;

  • non esercita il dovuto controllo, né applica le relative sanzioni, sul sistema di gestione dei rifiuti, appaltato ad una società del settore;

  • non ha ancora assunto formalmente la gestione concreta del servizio idrico e di quello fognario, così da poterla trasferire all’Ente previsto dalla legge, nonostante due sentenze del TAR che disponevano il trasferimento;

  • ha ostacolato l’installazione e l’attivazione di un sistema di video sorveglianza a garanzia della sicurezza del territorio di C.P.

Questo è tutto vero, ma le chiedo, di nuovo: “siamo certi che nell’attuale situazione di degrado e di precarietà non vi sia anche una responsabilità del C.d.A. e soprattutto, sua, presidente, data la sua ben nota tendenza ad accentrare su di sé ogni decisione”? A questo proposito, le chiedo ancora: “perché non ha promosso subito, presso il TAR, anziché attendere ben oltre un anno, il giudizio di ottemperanza relativo alla esecuzione della sentenza dello stesso TAR del 2 marzo 2022”? Lei, nella riunione, ha sommessamente ammesso di aver fatto affidamento su un rapporto di fiducia col Comune che, tuttavia, non è stato ripagato. Non metto in dubbio che le cose siano andate così, ma i miei appunti non riguardano tanto la sua credulità (può capitare di essere traditi nella fiducia), quanto il fatto che la Comunità ha continuato a sostenere le spese di gestione di servizi non più di sua competenza. A che titolo Lei ha posto questi oneri a carico di tutti i Partecipanti? A suo dire, per senso di responsabilità e per spirito civico, ma anche per evitare l’intervento dell’Autorità Pubblica, che avrebbe portato alla chiusura di Costa Paradiso. Ma, si è chiesto se non sarebbe stato meglio, proprio per il senso di responsabilità da Lei sbandierato, proporre il giudizio di ottemperanza lo scorso anno, invece di sottoscrivere un inutile protocollo di intesa col Comune, anche contro il parere contrario degli altri membri del C.d.A.? Perciò, niente scuse, la responsabilità della difficile situazione creatasi col servizio idrico e fognario, esposta nella riunione, è soprattutto sua, non dia la colpa ad altri!

Ma c’è di più, presidente. Due interventi in particolare, mi fanno dubitare della sua buona fede.

Il primo riguardo al generico appello da Lei lanciato affinché giungessero aiuti esterni a supporto della Comunità. Ebbene Presidente, Lei ha rifiutato l’aiuto congiunto propostogli da ATCP, Unione Proprietari, Imprenditori e Amministratori di Condominio per la riforma del regolamento.

Lasciamo da parte la scusa ridicola che la richiesta di allargare il Gruppo di Lavoro è stata da Lei rigettata perché avanzata in ritardo. A mio giudizio, sarebbe stato, invece, più opportuno cogliere l’occasione per favorire la più ampia condivisione su un tema che riguarda ed è di tutti. Quel che Lei ha omesso di dire è che una bozza di nuovo regolamento è stata predisposta dal Gruppo di Lavoro. Questa bozza dovrebbe essere affidata ad un esperto legale in materia sia per risolvere al meglio alcuni punti delicati e controversi sia per la necessaria limatura giuridica, così da sottoporre il testo finale a tutti i Partecipanti prima dell’approvazione definitiva in assemblea. Lei, invece, ha fatto calare sul tema una cortina di silenzio. Perché? Conoscendola bene, un sospetto ce l’ho: il regolamento, che deve andare avanti e che deve essere approvato, è il regolamento di Monterosso, non quello condiviso da tutti o da una ampia maggioranza.

Anche il secondo passaggio, in cui invitava i “giovani” a farsi avanti, è prova di quanto dico. Questo perché un giovane, uno solo, c’era, come candidato al C.d.A., ma su di esso lei ha posto il veto.

Questo perché Lei non cerca chi può dare una mano o “giovani” da tirar su. Lei cerca dei gregari che facciano quello che dice lei, che è cosa ben diversa da un vero rapporto di collaborazione.

In estrema sintesi, egregio presidente, come già le ho fatto presente nel mio intervento alla riunione, non intendo disconoscere il suo impegno nella gestione della Comunità ed il lavoro che ad essa dedica, ma la sua discutibile linea di azione non solo risulta al ribasso, ma anche caratterizzata da più di un errore, qualcuno anche grave. Perciò, per giustificarsi di fronte agli amministrati non basta distrarre l’attenzione dicendo che il C.d.A. ha messo i conti in ordine e la cassa ha un avanzo attivo, nonostante la quota di morosità cronica. L’amministrazione dei beni comuni di Costa Paradiso richiede qualcosa di più sia per arrestarne il degrado sia per migliorarne l’utilizzo e la godibilità. E Lei questo non lo ha capito e non lo vuole capire, oppure costituiscono impegni che sono al di sopra delle sue capacità o della sua idea di Costa Paradiso.

Cordiali saluti

Stefano Angeli

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