Gentili partecipanti,
Nell’intervento effettuato nel corso dell’Assemblea dei Partecipanti, svoltasi a Costa Paradiso, nell’agosto scorso, Antonello Concas, membro del consiglio Direttivo di A.T.C.P., aveva rappresentato la necessità che il C.d.A. provvedesse alla convocazione della Commissione Tecnico Artistica, ai sensi dell’art. 58 del Regolamento del Territorio di Costa Paradiso. Il presidente del C.d.A., non pago di non aver presentato alcuna proposta all’Assemblea dei Partecipanti, ha fatto finta di non sentire, tanto che fino ad oggi non ha preso alcuna iniziativa per la costituzione di tale organismo. Qual è il motivo di questa omissione? In assenza di una spiegazione ufficiale, noi azzardiamo, comunque, una risposta. L’attuale C.d.A. ritiene che la Commissione Tecnico-artistica sia, oggi, del tutto inutile sia come organo consultivo per la valutazione preventiva dei progetti edilizi da inoltrare all’Ufficio Tecnico del Comune di Trinità per ottenere il permesso a costruire, sia come organo di controllo del rispetto delle norme urbanistiche e della disciplina delle costruzioni. Questa convinzione è sicuramente data per assodata per il primo aspetto.
Il risultato di questo orientamento arretrato e miope, poco sensibile alla salvaguardia ambientale e paesaggistica di Costa Paradiso, è sotto gli occhi di tutti: interventi edilizi a ruota libera, senza alcun rispetto delle norme fondamentali in materia per assicurare l’omogeneità delle caratteristiche costruttive, le distanze minime dalla strada e tra costruzioni vicine, terrazze con ringhiere di ogni tipo, altezze spesso oltre misura, rocce caratteristiche distrutte o danneggiate ed altro ancora. Insomma, un visitatore, giunto per la prima volta a Costa Paradiso, non potrebbe non chiedersi come mai sia stato possibile attuare una devastazione ambientale e paesaggistica, così sistematica ed estesa come è quella che si può, oggi, riscontrare nel nostro territorio.
Ho avuto modo di vivere direttamente questo disagio durante il mio trascorso all’interno del C.d.A. 2017-2021. In una occasione specifica alcuni rappresentati della C.T.A. incontrarono il C.d.A, tra cui il Presidente Monterosso e il sottoscritto, per esporre i sopralluoghi effettuati e le difformità riscontrate. La C.T.A, a fronte di prove inconfutabili, anche fotografiche di violazione del regolamento, rimettevano al Presidente del C.d.A. la valutazione sulle possibili azioni sanzionatorie e giudiziarie previste dagli articoli 64, 65 e 66 del regolamento. In particolare, l’articolo 65 recita quanto segue:
“Il Partecipante che abbia costruito senza il preventivo nulla-osta della Commissione Tecnico-Artistica, o in contrasto con le determinazioni di essa, ove non ottenga il benestare della Commissione stessa e non si adegui alle sue decisioni, sarà avocato in giudizio a cura del Presidente del Consiglio di Amministrazione per la demolizione a sue spese, salvo il risarcimento dei danni alla Comunità e ai privati eventualmente danneggiati.”
Purtroppo, il Presidente Monterosso, in perfetta continuità con le amministrazioni passate, non ha dato seguito alle segnalazioni esposte, di fatto venendo meno ai suoi obblighi e svilendo il lavoro di una Commissione di professionisti.
Per questo motivo, è profondamente sbagliato dare le sole colpe al Comune della mancata attuazione delle prescrizioni della C.T.A negli ultimi 30 anni. Questo perché, sebbene si fosse dichiarato in contrasto con le amministrazioni passate della Comunità, nei fatti il Presidente Monterosso ha proseguito in perfetta continuità, ripetendo sempre a tutti il suo solito leitmotiv secondo cui la colpa è sempre degli altri. Questi sono fatti, oggettivi e inconfutabili sperando che servano finalmente ad una seria riflessione all’interno de C.d.A. e di non assistere al solito sterile, stucchevole e autoreferenziale rimpallo di responsabilità ad altri.
Dobbiamo rassegnarci al fatto che l’attuale C.d.A. è concentrato esclusivamente sulla buona tenuta dei conti e non è in grado di vedere o di occuparsi di altro. Un approccio che poteva essere giustificato i primi tempi di insediamento, ma, trascorsi ormai 5 anni, questo disinteresse ha i suoi pesanti riflessi nel territorio che appare oggettivamente abbandonato all’incuria ed agli abusi. Evitando di convocare la C.T.A., questo C.d.A. conferma questo atteggiamento ed ufficializza il suo disinteresse a proteggere quel che resta ancora indenne a Costa Paradiso. Viene così meno ad un dovere fondamentale del suo incarico che è quello di amministrare al meglio e di salvaguardare i beni comuni, e tra questi vanno sicuramente compresi l’ambiente naturale ed il paesaggio. Tanto basta per rendersi conto che non è più rimandabile un cambio culturale nell’amministrazione della Comunità che non può non passare attraverso il cambio di chi ormai l’amministra da un decennio.
Presidente di ATCP
Stefano Angeli
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