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  • Immagine del redattoreFerdinando Mulas

IN MERITO ALLE RIFLESSIONI DEL 30 AGOSTO 2017 DELL’ING. ALESSANDRO PIGNAGNOLI


Dopo l’assemblea dei Partecipanti del 9 agosto scorso, che ha eletto il Collegio dei Rappresentanti ed ha approvato:

  • il bilancio consuntivo triennale 2013-2016, il bilancio consuntivo dell’esercizio 1 maggio 2016-30 aprile 2017, il bilancio preventivo 1 maggio 2017-30 aprile 2018;

  • l’adozione della PEC, come strumento di comunicazione fra Comunità e Partecipanti;

  • la proposta di apportare modifiche al Regolamento;

  • la richiesta di affidare ad uno studio legale la valutazione di alcuni atti di gestione posti in essere dal precedente C.d.A. sotto il profilo della responsabilità amministrativa,

l’ing. Pignagnoli richiama l’attenzione del C.d.A., eletto il 18 marzo 2017, sul problema principale di Costa Paradiso, e cioè lo stato della lottizzazione del territorio di Costa Paradiso, l’ampliamento della fognatura, la destinazione delle opere di urbanizzazione primaria e la loro gestione in un quadro di legittimità amministrativa, gli obblighi del Comune di Trinità d’Agultu, gli oneri a carico dei Partecipanti-proprietari della Comunità di Costa Paradiso, ipotizzando due possibilità per la sua soluzione, “ciascuna delle quali porterà Costa Paradiso verso scenari molto diversi fra loro”.

La prima si basa sulla “cessione al Comune di tutte le aree, che originariamente erano individuate come standard urbanistici, e le relative infrastrutture che su di esse insistono, necessarie anche all'ampliamento della futura fognatura. Conseguentemente anche tutte le manutenzioni su di esse, attualmente in carico alla Comunità, passeranno al Comune. Per questi servizi pagheremo comunque la TASI”.

La seconda è costituita, invece, dalla “cessione al Comune (e quindi ad Abbanoa) del solo servizio idrico integrato, inteso come proprietà delle sole infrastrutture, e della relativa gestione, mantenendo in capo alla Comunità la proprietà dei suoli. In questo caso “resterebbe la proprietà privata delle aree, con i relativi costi di gestione (ma senza pagare la TASI), e quindi resterebbe in vita la Comunità, potendo mantenere la sbarra e la vigilanza, e il controllo su chi entra e chi esce, sul modello di altre realtà della Sardegna”.

In ogni caso - dice Pignagnoli - dobbiamo liberarci della “gestione” delle infrastrutture di urbanizzazione, relative al servizio idrico integrato, essendo, essa. “illegittima per noi; questo è un punto fermo irrinunciabile, su cui nessuno può discutere”. In secondo luogo, dobbiamo smentire, carte e leggi alla mano, tutti coloro che, in modo “interessato”, tentavano di obbligarci a pagare tutto e, dunque, “fermare ogni tentativo di imporci, contro la nostra volontà, gestioni indebite di servizi, costi inerenti e conseguenti, e qualsiasi altro onere non espressamente previsto dalla Leggi vigenti”.

Anche noi siamo perfettamente d’accordo su questi punti e non causalmente abbiamo attivato la via giudiziaria perché ciò venga stabilito i modo inequivocabile.

Ma veniamo ad esaminare le due ipotesi di soluzione prospettate dall’ing. Pignagnoli.

La prima non è altro che l’attuazione delle convenzioni di lottizzazione stipulate dalla Cooperativa Costa Paradiso Srl col Comune di Trinità. Ad essa è finalizzato il ricorso al TAR, che ha impugnato il provvedimento 12 settembre 2012, prot. n. 8593, con cui il Comune di Trinità d’Agultu e Vignola ha rigettato la richiesta avanzata dai ricorrenti per l’acquisizione e la gestione da parte del Comune delle opere di urbanizzazione del Piano di lottizzazione Costa Paradiso. L’atto di impugnazione chiedeva anche l’accertamento dell’obbligo/dovere del Comune di Trinità d’Agultu e Vignola di assumere la gestione delle opere di urbanizzazione primaria realizzate a suo tempo dalla cooperativa lottizzante e la relativa condanna ad adempiere agli obblighi a esso riferibili e, precisamente, alla gestione, al collaudo e, ove necessario, all’ampliamento e potenziamento dell’impianto fognario, nonché di tutte le opere di urbanizzazione primaria indicate negli artt. 3 e 4, convenzione di lottizzazione 1 agosto 1975 stipulata tra il Comune e la Costa Paradiso Società Coop. a r.l.

A questo riguardo, occorre ricordare che:

- l’art. 3 della convenzione del 1975, stabiliva che:“Tutte le opere di urbanizzazione primaria di cui al presente articolo saranno cedute gratuitamente al Comune, dietro sua richiesta e comunque entro 10 anni dalla data di stipulazione del presente atto”, prescrivendo, però, che “dopo il passaggio di proprietà al Comune, gli oneri di manutenzione rimarranno a carico del lottizzante, suoi eredi o aventi causa, per un periodo di dieci (10) anni”;

- l’art. 4, che “dietro richiesta del Comune e comunque entro dieci (10) anni dalla data di stipulazione della presente convenzione”, la “Società lottizzante in relazione al disposto del paragrafo 1, V comma, dell’art. 8 della Legge 6.8.1967 n. 765 si obbliga a cedere gratuitamente al Comune di Trinità d’Agultu per sé e per i suoi aventi diritto a qualsiasi titolo” aree per: spazi pubblici attrezzati a parco gioco e sport (Ha 56.83.65); parcheggi pubblici (Ha 13.90.00); per viabilità (Ha 14.55.00);

- l’art. 5, che la “Società lottizzante in relazione al disposto del paragrafo 1, V comma dell’art. 8 della Legge 6.8.1967 n. 765 si obbliga a cedere gratuitamente al Comune di Trinità d’Agultu per sé e per i suoi aventi diritto a qualsiasi titolo, ad assumere quota parte degli oneri relativi alle opere di urbanizzazione secondaria e di versare e far versare, pertanto, all’atto del rilascio delle licenze edilizie una somma di Lire Mille (1.000) al metro cubo”.

L’acquisizione delle opere da parte del Comune, in attuazione della convenzione suddetta, avrebbe, pertanto, come conseguenza, il passaggio di tutta l’attività di gestione e di manutenzione delle opere di urbanizzazione al Comune di Trinità o agli enti specificamente preposti.

La seconda soluzione, invece, si discosta totalmente dalle previsioni delle convenzioni di lottizzazione. Essa prefigura sostanzialmente un accordo ex novo col Comune per la cessione delle sole infrastrutture relative al servizio idrico integrato, ma non dei suoli delle aree, mantenendo invece le strade, i parcheggi, le aree destinate a verde pubblico attrezzato.

Si tratta evidentemente di una soluzione orientata a modificare ben poco dell’attuale situazione di Costa Paradiso, così da conservare quella che oggi appare la caratteristica principale del comprensorio: l’ambiguità amministrativa, l’incertezza della sua configurazione giuridica e della disciplina applicabile. Insomma, la caratteristica di non essere né carne, né pesce. L’obiettivo dichiarato di questa soluzione è di evitare che Costa Paradiso diventi un agglomerato di Trinità, come lo è Isola Rossa. Ma anche se fosse così, c’è da chiedersi quale sarebbe l’ulteriore pregiudizio derivante dalla nuova condizione rispetto alla evidente precarietà della nostra situazione attuale, in cui Costa Paradiso è considerata alla stregua di un bancomat da cui il Comune preleva non pochi denari senza neanche destinarne una piccola parte a Costa Paradiso. In questo caso - aggiunge Pignagnoli – dovrebbe essere rimossa anche la sbarra all’ingresso, senza considerare che la sbarra dà al comprensorio una mera parvenza di territorio privato, perché chiunque, oggi, può entrare a Costa Paradiso anche se c’è la sbarra. In realtà, oggi, la sbarra ha solo un valore simbolico e di deterrenza fittizia, non di più. Certamente, non può essere utilizzata per controllare o bloccare gli ingressi. Perciò, i vantaggi derivanti dalla seconda soluzione sarebbero estremamente limitati, salvo quello di cedere le infrastrutture del servizio idrico integrato al legittimo gestore.

In questo quadro, non esito a dire che la prima delle due soluzioni prospettate da Pignagnoli sia, comunque, quella preferibile, se non altro perché contribuirebbe a fare chiarezza sul ruolo del Comune e sui doveri ed obblighi che ad esso competono nel governo del territorio e nella cura dei servizi urbanistici. Certamente, sono legittime e fondate le preoccupazioni di chi non si sente garantito dall’affidamento di tali servizi al Comune, col rischio che Costa Paradiso potrebbe essere abbandonata a sé stessa e penalizzata nei servizi essenziali. In considerazione di questo rischio, bisogna immaginare una terza via, che potrebbe essere costituita dalla prima soluzione, vale a dire l’attuazione integrale delle convenzioni di lottizzazione con il passaggio al Comune ( o Abbanoa) delle opere di urbanizzazione e dei correlati servizi urbanistici, integrata però da un accordo della Comunità sia col Comune che con Abbanoa.

Significa, in sostanza, fare un accordo, contestualmente al passaggio formale della gestione delle opere, in base a quale la Comunità (o quello che si chiamerà con le modifiche al Regolamento) curerà:

  • la manutenzione delle strade, escluse quelle principali affidate direttamente al Comune, su mandato del Comune stesso, che provvederà a dare, per questo, un contributo economico alla Comunità;

  • i controlli per assicurare il rispetto delle norme urbanistiche, edilizie, igienico-sanitarie, ambientali e paesistiche, stabilite dal Piano Regolatore Paesistico di Lottizzazione e dalle norme intervenute successivamente, attraverso apposita commissione (CTA), in collaborazione con l’Ufficio Tecnico del Comune, che si avvarrà del parere preventivo della Commissione stessa prima del rilascio di qualsiasi concessione edilizia;

  • gli interventi atti a favorire il miglioramento del territorio e la sua fruibilità da parte dei proprietari;

  • gli interventi per poter disporre di livelli di servizio più elevati rispetto alla normale utenza, relativamente al servizio idrico integrato.

Nell’ambito di tale accordo il Comune dovrebbe impegnarsi a porre fine al rilascio di nuove edificazioni, sul presupposto che le volumetrie edificabili sono ormai esaurite.

In questa prospettiva, la Comunità, soggetto mai nato da un atto costitutivo ma di fatto esistente da oltre quarant’anni, verrebbe sostituita da un nuovo soggetto giuridico, il Consorzio Costa Paradiso, finalizzato allo svolgimento dei suddetti compiti, in parte suoi propri come il miglioramento e la valorizzazione del territorio comune, in parte complementari ed aggiuntivi rispetto a quelli di cui sono titolari il Comune di Trinità e il gestore del servizio idrico integrato.

Ferdinando Mulas


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