Ho ascoltato i due video, uno di Gianni Monterosso, l’altro di Yos Zorzi, registrati pochi giorni fa sul blog di Pasquale Ferrara. C’è da restare sbalorditi! Sono andati a Canossa, revisionando le loro posizioni da competenti, come si è chiesto Giorgio Zorzi, oppure giocano ancora a fare i furbetti per confondere le idee alla gente?
Al momento non ho una risposta precisa, che, ovviamente, può venire solo dagli interessati. Qui vorrei ricordare quali erano le posizioni di ATCP e quelle del Comitato prima dell’assemblea del 26 novembre scorso e cercare di trarne qualche indicazione.
Il Comitato proponeva di avviare da subito i lavori della fognatura, a spese dei proprietari, per evitare la chiusura del villaggio, che considerava certa in assenza di tali lavori. ATCP sosteneva, invece, che la Comunità non potesse avviare autonomamente alcun lavoro di ampliamento della fognatura, senza una intesa preventiva con l’Autorità d’Ambito Ottimale, con Abbanoa e col Comune, proprietario dell’attuale impianto, non avendone il titolo di legittimazione. Le modifiche richieste da ATCP al verbale di intesa proposto dal Comitato miravano, perciò, ad eliminare qualsiasi dubbio interpretativo circa il fatto che la Comunità non dovesse avviare, da sé, i lavori. Il rifiuto del Comitato, di sottoscrivere questo tipo di impegno, ha fatto saltare le possibilità di intesa. La conclusione è che, alla fine, il Comitato non aveva alcuna intenzione di mediare su quel punto, volendo procedere subito alla realizzazione della fognatura a spese dei proprietari.
Muovendo dal presupposto (non dimostrato) della chiusura certa di Costa Paradiso, il Comitato sosteneva, infatti, la necessità e l’urgenza di avviare subito i lavori della fognatura a spese della Comunità, sotto forma di autofinanziamento, e di attivare, poi, una trattativa con Abbanoa (ATO di riferimento per la Sardegna) per il recupero delle somme spese attraverso lo scomputo del debito maturato con la stessa Abbanoa per la fornitura dell’acqua. In sostanza, in nome dell’emergenza, il Comitato, in accordo con l’Unione Proprietari, intendeva riprendere subito i lavori del primo lotto del progetto SAVI a spese dei proprietari per tentare di recuperare, in un momento successivo, le somme anticipate, (che, probabilmente, non sarebbero mai state restituite).
La posizione di ATCP era, invece, diversa: prima di avviare i lavori - per i quali la Comunità non aveva (e non ha) alcun titolo di legittimazione - sarebbe stato necessario concordare preventivamente con l’ATO, con Abbanoa e col Comune di Trinità, proprietario dell’impianto, l’esecuzione del progetto Savi all’interno di un processo di transizione definito e concordato in vista del passaggio definitivo del servizio stesso all’ente specificamente preposto alla gestione. Il che avrebbe segnato una svolta nella storia di Costa Paradiso, perché avrebbe finalmente sancito la fine del ruolo della Comunità, quale sostituto del Comune in materia di opere e servizi urbanistici, fonte della maggior parte dei problemi di Costa Paradiso. Invece, in nome dell’emergenza si voleva che quel ruolo continuasse, probabilmente sine die.
Questo era il punto di dissenso fondamentale tra ATCP ed il Comitato in occasione dell’assemblea del 26 novembre scorso. Quasi tre mesi dopo, il Comitato sembra che voglia far passare il messaggio di aver superato questo fattore di dissenso.
In realtà, i due video non dicono niente di concreto per autorizzare questa ipotesi. L’iniziativa sembra essere più una operazione di marketing di tipo propagandistico. Infatti, in essi: 1) si annuncia che sono stati presi contatti con Ato, Abbanoa ed altri enti; 2) si asserisce che gli enti contattati avrebbero dato tutta una serie di indicazioni sulle procedure per regolarizzare la situazione di Costa Paradiso; 3) non vengono fornite indicazioni su: quali siano queste procedure, quali atti, condizioni e conseguenze comportino per i proprietari; quali tempi di attuazione richiederanno e che cosa il Comitato propone per l’immediato.
Quali considerazioni si possono trarre da tutto ciò? Queste.
a) la propaganda è lecita, ovviamente, ma presentati così, senza dati di riscontro, i contatti, cui si fa riferimento, sono un’affermazione apodittica, indimostrata e indimostrabile; b) se i contatti li ha presi davvero, il Comitato nasconde una notizia di interesse pubblico, facendone un monopolio per sé e dicendo in pratica all’elettorato: se vuoi conoscerla, devi votarci; c) non è accettabile questo metodo “all’italiana” in cui si chiedono i voti “perché io ho contatti con i piani alti”; d) la questione dei tempi è fondamentale, e fa nascere il sospetto che il disegno sia il seguente:
il Comitato, per bocca di Monterosso, afferma che vuole rispettare le leggi trasferendo tutto all’ente pubblico ed ai gestori, impossessandosi del “cavallo di battaglia” di Atcp & co. per la instaurazione della legalità a Costa Paradiso;
annuncia che ha preso contatti con enti e gestori e che i suoi componenti sanno cosa fare per dare ad essi uno sbocco concreto; il voto viene chiesto in ragione della competenza, peraltro non dimostrata;
siccome però queste operazioni richiederanno tempo, e adesso non conviene dire quanto potrebbe essere, in assemblea si dirà che i partecipanti devono comunque fronteggiare l’emergenza immediata, rappresentata dal servizio idrico integrato, alias mantenimento in vita della Comunità e ricorso al bancomat per affrontare subito le spese necessarie.
In sostanza, rispetto alle posizioni assunte il 26 novembre 2016 cambia solo l’asserzione di Monterosso che il Comitato si presenta per portare a compimento la convenzione nel rispetto delle leggi e di dar seguito a questi primi contatti di cui, però, ci si guarda bene dal dichiararne l’esito concreto e soprattutto le ricadute.
Perciò, è d’obbligo riproporre la domanda posta all’inizio: il Comitato ha fatto una revisione seria delle sue posizioni oppure la sua è un’operazione puramente strumentale? Il fatto che non abbia voluto aderire alla proposta unitaria di Stefano Angeli, su cui Pignagnoli si è espresso in modo sprezzante, ci autorizza a propendere per la seconda ipotesi. Ma in questa fase ci chiediamo: a chi giova tutto questo ?
Ferdinando Mulas
Ricordo che ATCP ha aderito con grande senso di responsabilità alla proposta unitaria di Stefano Angeli. Invito tutti quanti desiderino l’unità per la soluzione dei problemi di Costa Paradiso a sostenerci inviandoci la delega all’indirizzo: delega@atcp.it