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Immagine del redattoreFerdinando Mulas

Proposta programmatica 2017-2020 per Costa Paradiso


In vista della nuova Assemblea dei Partecipanti della Comunità convocata per il 18 marzo 2017, riceviamo dal nostro associato Stefano Angeli una proposta programmatica per il nuovo consiglio di amministrazione, con la preghiera di consentirne la pubblicazione sul sito web dell'associazione. Trattandosi di un documento finalizzato a verificare la possibilità di far convergere le varie anime, presenti a Costa Paradiso, in un programma condiviso da tutti e di superare, così, le contrapposizioni fra schieramenti concorrenti, riteniamo in ogni caso utile la sua pubblicazione. Il Consiglio Direttivo di ATCP si riserva di analizzarlo con calma e di esprimere su di esso le proprie valutazioni e proposte in un arco di tempo congruo con le finalità del documento.

Ferdinando Mulas

 

Introduzione

Col presente documento intendo presentare una proposta programmatica organica e completa per Costa Paradiso per il prossimo triennio. Come ormai tutti sapranno, l’assemblea del 10 Agosto 2016 ha mancato l’appuntamento col cambiamento tanto auspicato dai partecipanti, e anche l’appuntamento del 26 Novembre ha deluso le attese. Un sentimento largamente diffuso è quello dell’unità dei Partecipanti, tuttavia questo desiderio se non poggia su solide basi programmatiche e su un forte accordo politico, resta fine a sé stesso. Con questa proposta programmatica viene auspicato un percorso che richiede da parte di tutte e tre le anime (proprietari-imprenditori-Comune) uno sforzo per riuscire ad andare finalmente oltre i vecchi schemi e le vecchie contrapposizioni. A tutti chiedo senso di responsabilità e l’accettazione l’uno dell’altro.

AI PROPRIETARI: chiedo di non ascoltare le campane che incitano all’odio contro il Comune o contro gli imprenditori. Non si può al tempo stesso chiedere di “metterci tutti d’accordo” e poi delegare persone che in assemblea combattono crociate contro questo o quello schieramento. Dobbiamo imparare ad accettarci tutti reciprocamente e prendere finalmente coscienza che i problemi si risolvono solo e soltanto se assieme tutti (rappresentanza di proprietari – imprenditori - Comune) scegliamo la prossima amministrazione.

AGLI IMPRENDITORI: devono capire che i tempi in cui Costa Paradiso era una scogliera di proprietà del Comune sono finiti. C’è stata una lottizzazione, i lotti sono stati venduti ai privati i quali oggi legittimamente reclamano rispetto e difendono il proprio investimento. Frasi del tipo “Costa Paradiso è di Trinità lei è un ospite” sono intollerabili. Ciò che davvero è di Trinità, il Comune da 21 anni si rifiuta di prenderselo. Nessun proprietario è ospite a casa sua, ed è tempo di finirla con questa volontà di prevaricare sugli altri.

AL COMUNE: Deve assumersi le sue responsabilità avviando subito tutte le procedure che portano alla presa in possesso delle opere di urbanizzazione come previsto da convenzione. Inoltre, deve calarsi nella realtà del territorio uscendo dalla bolla di sapone in cui da 30 anni crede di vivere. Costa Paradiso è stata troppo a lungo tassata ed abbandonata, e tra i proprietari in modo pressoché unanime serpeggia un sentimento di repulsione che, volente o nolente, il Comune deve prenderne atto. Non si può amministrare un territorio contro la volontà delle persone, non si può invertire la rotta dei rapporti reciproci con le imposizioni. L’esperienza del 26 novembre ci insegna che è facile costituire una lista contro il Comune cavalcandone l’odio, e questo episodio non deve più verificarsi. Il Comune deve maturare la necessità di non partecipare “fisicamente” alla prossima amministrazione della Comunità (CdA) per evidente conflitto di interesse, deve iniziare a rivedere il proprio modello di spesa facendo tornare sul territorio le imposte che riscuote. Soltanto rispettando la volontà dei proprietari di Costa Paradiso, soltanto restaurando un clima di fiducia reciproca si potrà pacificare il territorio.

Un programma per Costa Paradiso

Molti attenti osservatori hanno fatto notare che i programmi delle tre liste, almeno nei principi ispiratori, erano fondamentalmente sovrapponibili. Non è esattamente così, ma le differenze, talvolta non determinanti, possono essere superate alla luce di alcune esigenze fondamentali, ormai condivise dalla maggioranza delle persone. Alle divisioni manifestatesi il 26 Novembre hanno sicuramente contribuito anche la scelta delle persone con continui ed inaccettabili veti incrociati che hanno paralizzato qualsiasi progetto unitario, ma soprattutto perché è via via sfumato l’obiettivo principale che era quello del cambiamento in favore, ancora una volta, di una gestione in nome della emergenza, da un lato, e del mantenimento dello status quo, dall’altro. Con l’arrivo del autorizzazione provvisoria allo scarico per i prossimi tre anni, dovrebbe passare in seconda linea la questione dell’emergenza ed offrire a tutti noi l’effettiva possibilità di condivisione di un progetto unitario che possa essere di svolta e di ampio respiro.

Analizzando quindi i tre programmi ho individuato un testo a mio avviso condiviso da tutti. I punti principali dell’attività del prossimo CdA dovrebbero essere:

  • Avviare immediatamente le procedure con gli enti interessati (Comune, l’Autorità d’ambito territoriale ed Abbanoa) per la transizione del comprensorio ad una situazione di legalità relativamente alla gestione del servizio idrico integrato, all’adeguamento degli impianti e delle reti alla normativa vigente ed al loro ampliamento rispetto alle attuali esigenze;

  • Attivare un tavolo di confronto e di trattativa col Comune per definire l’assetto urbanistico del territorio, la destinazione ed il passaggio ad esso delle opere di urbanizzazione e la gestione dei relativi servizi, in base alle convenzioni a suo tempo sottoscritte e in un quadro di legittimità amministrativa;

  • Risolvere definitivamente la questione della qualificazione giuridica della Comunità, fonte di ambiguità, di conflitti tra i consociati e di un’applicazione di convenienza delle norme del regolamento;

  • Conformare la gestione della Comunità ai principi dell’efficienza, dell’economicità, della trasparenza, nonché della lotta alla morosità ed allo spreco, attuando una linea di discontinuità col passato;

  • Tutelare l’ambiente naturale, impedendo qualsiasi ulteriore tentativo di manomissione del territorio, garantendo il rispetto degli standard e dei vincoli urbanistici, ambientali e paesistici stabiliti dal Regolamento del territorio;

  • Sviluppare e valorizzare la vocazione turistico-residenziale di Costa Paradiso, con interventi e servizi specifici alla collettività, atti a favorire anche soggiorni di lungo periodo.

Seguendo la traccia di queste fondamentali esigenze di base, espongo di seguito il programma vero e proprio per il prossimo triennio.

1. Instaurazione di un nuovo e più proficuo rapporto di collaborazione con il Comune di Trinità d’Agultu nel reciproco riconoscimento di una diversità di ruoli

Il Comune e la Comunità, come soggetti distinti e portatori di interessi in questo caso contrapposti che devono peraltro tra loro armonizzarsi al fine di perseguire un interesse superiore, che è il bene comune, considerato il lungo tempo passato dalla data di sottoscrizione della convenzione, devono attivare sollecitamente un tavolo di confronto per procedere ad una verifica dello stato della lottizzazione e delle cubature edificate, anche al fine di rendere trasparente e certa la possibilità eventuale di concedere ulteriori sviluppi edilizi. In questa occasione potranno essere anche valutati gli obblighi e gli inadempimenti dei due soggetti in merito alle opere di urbanizzazione primaria, con lo scopo di definire, risolvere ed appianare tutte le pendenze e le controversie ancora in atto e da ultimo definire il passaggio delle opere stesse al Comune e ad Abbanoa, che, per l’ATO, è l’ente gestore di riferimento. È opportuno che, in questo momento conclusivo del rapporto convenzionale Comune-proprietari di C.P., il Comune debba astenersi dalla partecipazione alla gestione della Comunità e che dunque nessun rappresentante del Comune stia nel CdA. In quanto controparte convenzionale, viceversa, il Comune ha il diritto-dovere di esercitare un controllo sulla coerenza degli atti amministrativi della Comunità, quindi di potere designare propri rappresentanti nel CdR.

2. Interventi per la soluzione dei problemi in atto: il servizio idrico integrato

La Comunità, in base alla normativa vigente, non ha un titolo di legittimazione per gestire il servizio idrico integrato, inteso come l’insieme dei servizi pubblici di acquedotto e distribuzione idrica, fognature e depurazione, tipicamente svolti in maniera integrata ad opera del gestore affidatario d’ambito. Questa materia è oggi regolata dalle norme per la gestione delle risorse idriche del Codice dell’Ambiente (D. lgs. 152/16, come integrato dal c.d. Decreto Sblocca Italia), che, oltre ad essere finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico e all’adeguamento del sistema di fognatura e di depurazione, hanno anche l’obiettivo di definire in modo chiaro gli assetti istituzionali, organizzativi e gestionali del settore. Di conseguenza il servizio idrico integrato di Costa Paradiso non potrà continuare ad essere gestito dalla Comunità, ma dovrà passare al gestore designato.

La rete attuale dovrà nel tempo diventare pubblica, cioè passare al Comune per poi essere gestita direttamente da un gestore istituzionale (come Abbanoa). Attualmente, a causa di inerzie e imperizie di vario tipo, siamo da un lato “fuori legge” nella gestione del servizio idrico, mentre dall’altro non riusciamo a fornire correttamente il servizio a chi ne ha diritto (cioè garantire l’acqua a chi paga regolarmente).

Se le opere di urbanizzazione fossero state cedute nei tempi previsti dalla convenzione (1995), l’onere di realizzare la fognatura e il nuovo depuratore sarebbe ricaduto sugli enti preposti. Peraltro, oggi avremmo avuto anche dei servizi di depurazione efficienti, affidati a gestori istituzionali (come Abbanoa) e pagati con le tariffe di legge. Purtroppo così non è stato. Esempio, le tariffe sulla fognatura sono oggi calcolate in base ai mc. posseduti da un partecipante e non sul consumo d’acqua effettivo, come per legge il gestore applica a tutti.

Il CdA neoeletto, immediatamente dopo il suo insediamento, intraprenderà tutte le iniziative previste dalla legge d’intesa con gli enti preposti per addivenire con urgenza alla soluzione del problema, concordando un percorso per la transizione del servizio all’ente gestore. Al riguardo sarà costituita una Commissione Tecnica Permanente, largamente partecipata dai tecnici che in questi mesi si sono resi disponibili per individuare il percorso da seguire. Tale commissione tecnica avrà il compito di supportare la Comunità, il Comune di Trinità e il gestone d’ambito territoriale, al fine di predisporre una comune road map da sottoscrivere assieme, avviando, così, un percorso nuovo per Costa Paradiso. In questo quadro si potranno prevedere soluzioni straordinarie per affrontare il problema idrico integrato purché in accordo con gli entri preposti che restano gli unici titolati a svolgere interventi in questo ambito.

3 La qualificazione giuridica della Comunità

Considerata la priorità degli obiettivi sopra esposti, il cui conseguimento non sarà privo di effetti e di conseguenze nei confronti dei compiti e dell’assetto organizzativo della Comunità, ritengo non sia opportuno, in questa delicata fase, affrontare il problema della sua qualificazione giuridica. Perciò la definizione di un atto costitutivo e le modifiche al Regolamento, così come l’eventuale cambio del nome “Comunità”, vanno rimandate ad una fase successiva. La soluzione di questo problema non potrà prescindere dalle sentenze passate in giudicato che qualificano Costa Paradiso un consorzio di urbanizzazione, sia pure atipico. Purtuttavia si conviene che ad esso venga dedicata, in ogni caso, una sessione di assemblea ad hoc, adeguatamente preparata previo dibattito aperto con i proprietari, in cui dovranno essere tenute in debita considerazione le risposte ricevute dalla commissione tecnica, di cui al punto 2), da parte delle istituzioni (Comune, gestore d’ambito, Ato, ecc,) da essa contattate.

4. Un nuovo modo di gestire la Comunità

La gestione della Comunità va improntata al rigoroso rispetto dei principi di efficienza, economicità, trasparenza, nonché di lotta alla morosità ed agli sprechi o alle spese inutili. Gli strumenti e le modalità per realizzare questi fondamentali principi dovranno far leva su una nuova struttura del bilancio e su un sistema informativo gestionale e contabile in grado di tenere sotto controllo tutti gli elementi rilevanti ai fini di una sana amministrazione. Il risultato più evidente dei nuovi strumenti di gestione dovrà consentire la conoscenza della spesa e la ripartizione della stessa per specifici centri di costo, così da permettere un controllo più agevole della stessa per tipologia e destinazione. L’obiettivo è la riduzione delle quote di gestione a carico di ciascun partecipante.

L’approccio principale per la soluzione del problema della morosità deve essere quello del convincimento, della predisposizione di piani di rientro seri ed appropriati in rapporto al profilo ed alle capacità del debitore, ricorrendo in via principale alla mediazione civile e riservando i decreti ingiuntivi ai casi non risolvibili in altro modo. Certamente, la lotta alla morosità va fatta anche nel quadro di un corretto rapporto costi-benefici sotto l’aspetto della spesa. Una spesa di 200.000 € l’anno per spese legali, come quella risultante dall’ultimo bilancio, non lo è. E’ evidente che la soluzione definitiva del problema avverrà col passaggio del servizio idrico integrato ad Abbanoa e delle altre opere al Comune. In questo caso, la morosità si ridurrà sensibilmente a limiti fisiologici.

5. Garanzie sul profilo degli amministratori

Agli organi di rappresentanza della Comunità saranno destinati uomini nuovi, capaci, senza conflitti di interesse; rispetto al passato sarà ridotto il numero dei componenti dei vari organi: sette componenti per il CdA, cinque componenti per il CdR, tre componenti per la CTA; con l’impegno specifico di far rispettare tutte le norme edilizie, urbanistiche, igienico-sanitarie e paesistiche richiamate dal Regolamento e dal PTL, con rigorosi controlli sul territorio demandati alla CTA, ad un ufficio specifico della Comunità ed al Servizio di Vigilanza. La competenza specialistica non potrà essere criterio esaustivo, ma costituire uno degli elementi di valutazione del candidato e della sua nomina.

6. Salvaguardia del patrimonio naturale del territorio

L’insediamento è nato a suo tempo con ambizioni, poi ridimensionatesi, a causa della eccessiva, disordinata e, talvolta, scriteriata cementificazione, accompagnata da una gestione a basso livello di managerialità, dalla scarsezza dei servizi resi ai proprietari e dalla incapacità di dar vita ad un progetto in grado di dare al comprensorio una identità specifica. Così, esso ha perso molto della sua attrattiva e del suo prestigio, facendo crollare anche il valore economico delle proprietà. Ciò è dipeso sia dal mancato intervento, da parte dei vari CdA che si sono succeduti nel tempo, per far rispettare le norme del regolamento, riguardanti le caratteristiche delle costruzioni; l’urbanistica, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, l’edilizia, l’igiene e la sanità, cui ciascun partecipante è contrattualmente vincolato; sia dalla incapacità di utilizzare uno strumento prezioso per la tutela del territorio, quale è la Commissione Tecnico Artistica. Fermo restando la necessità di una riforma della Comunità, che stabilisca l’autonomia dei controllori dai controllati, la funzione della CTA deve essere assolutamente ripristinata, valorizzandone il ruolo anche con la collaborazione del Comune, che deve richiedere il benestare della CTA prima di esaminare qualsiasi progetto, ma soprattutto con l’esercizio, da parte del CdA, dei poteri coercitivi previsti dal regolamento.

7. Valorizzazione del Territorio

Sotto un altro profilo, si ritiene indispensabile una inversione di tendenza nella politica del territorio, che non deve più limitarsi alla gestione ed al mantenimento di uno status quo, che, comunque, ha perso, con le deturpazioni di cui si è detto, la sua principale attrattiva. Occorre, pertanto, promuovere un piano di sviluppo in grado di coniugare la conservazione delle caratteristiche naturali, pressoché uniche del territorio, con le esigenze di sviluppo economico del medesimo, fornendolo di adeguati servizi, che ne migliorino le capacità di accoglienza, favorendo l’incremento di posti di lavoro ed offrendo anche opportunità di investimento. Il coinvolgimento del Comune di Trinità, ed eventualmente di altri Comuni limitrofi, in una organica visione della valorizzazione del territorio, consentirebbe di sommare opportunità e qualità in un ottica di sviluppo di maggior respiro, con un approccio culturale rivolto a persuadere il mercato del turismo che la Sardegna non ha solo l’attrattiva del mare, ma ne ha altre, straordinarie, fruibili tutto l’anno. Questa sarebbe la risposta più intelligente ad una domanda, sempre più orientata ad una vacanza di qualità, più breve ma ripetuta in corso d’anno, che privilegia le scelte verso ambienti che preservano al massimo le loro caratteristiche naturali. Inoltre, una stagione più lunga conferisce più redditività e sicurezza all’attività turistica e maggiore spinta alle necessarie riconversioni e riqualificazioni, offrendo, sul piano sociale, più elevate opportunità di occupazione.

Sotto tale prospettiva orientata ad una visione ambiziosa e di lungo periodo, va tenuto conto della possibilità di avvalersi di specifici strumenti offerti dall’ordinamento giuridico ed in particolare dell’istituto del Patto Territoriale previsto dalla legge 662/1966,commi 203 e ss, e ridisciplinato con la deliberazione CIPE 21/03/1997.

Si tratta di mettere in campo una sorta di Agenzia di sviluppo locale con lo scopo di promuovere lo sviluppo socio-economico ed occupazionale di un’area geografica utilizzando progetti Comunitari, Nazionali e Regionali con relativi finanziamenti.

Gli organismi di amministrazione

Nell’ultima assemblea si è affacciata l’idea di un CdA formato da soli tecnici, con tanto di aree di competenza e persone designate a presidiarle. Personalmente non ho mai messo in discussione la necessità di competenze, tuttavia le proposte del Comitato 26 novembre sono state a mio avviso una estremizzazione di questo concetto fino al punto di essere poco condivisibili. In un recente passato politico abbiamo tutti quanti assistito al “Governo dei tecnici”, il Governo Monti, i cui risultati non sono stati entusiasmanti. Un governo che, vantandosi di non dover rendere conto a nessuno, ha alla fine adottato tutta una serie di politiche largamente impopolari, col risultato di compromettere la tenuta sociale del Paese. Io ritengo che la via maestra per traghettare Costa Paradiso fuori dalle secche non sia il lavoro di un gruppo di tecnici che impone la sua medicina (magari giusta) ai partecipanti, ma quasi il contrario. Ritengo infatti che debba essere perseguito un accordo politico con la maggioranza delle anime/liste/associazioni che caratterizzano il territorio, attorno al programma sopra esposto (largamente già discusso sui singoli punti) che guarda al cambiamento, e che possa essere rappresentato non da “prestanomi validi per tutte le stagioni perché incapaci di prendere delle posizioni”, ma dai “generali”, da coloro cioè che i vari gruppi seguono e di cui si fidano. Insomma serve un accordo che possa portare all’elezione di un CdA composto da personalità forti che possa rappresentare una larga maggioranza di partecipanti, in modo tale che le scelte intraprese possano essere poi sostenute ed accettate dalla gente. Ovviamente non ci devono essere veti sui nomi. L’unità che a gran voce viene richiesta necessita l’accettazione l’uno dell’altro, nelle rispettive storie e battaglie politiche che certo non vanno ne dimenticate ne tanto meno combattute. Ognuno, firmando il programma, si impegna ad attuarlo, e farà in modo di non far prevalere le questioni personali nel quotidiano lavoro di gruppo che certamente non sarà facile.

Un secondo aspetto non irrilevante è la scelta del presidente. Fino ad oggi siamo stati abituati a guardare questa figura come il “padre padrone” della Comunità, la persona attorno a cui ruotava tutta l’attività con un CdA asservito o quasi alla sua volontà. Questa deviazione ha portato tutti a guardare con eccessivo interesse a questa carica rendendola oramai un ostacolo quasi insormontabile per un accordo ampio che non sia il CdA monocolore. Tutti insomma in modo diretto o indiretto ne hanno preteso la presidenza o peggio, non l’hanno riconosciuta agli altri. Per cercare di superare questo ostacolo e soprattutto per cercare di ribadire il concetto che ciò che conta è il programma e l’affidabilità delle persone scelte a rappresentarlo, ho ipotizzato la presidenza variabile, ossia un anno di presidenza per ciascuna delle tre liste.

Nell’ultima assemblea, secondo il criterio “delle teste” è arrivata prima la lista sostenuta dal Comitato 26 novembre, poi la lista del dott. Buffoni e terza la lista sostenuta dal ATCP-Zorro-Amici di CP e Mariano Deligia. Seguendo questo ordine quindi ritengo che il primo presidente debba essere l’ing. Gianni Monterosso, ossia il candidato presidente della lista classificatasi per prima. La sua presidenza durerà un anno appunto, e sarà senza dubbio quella più importante perché traccerà il percorso dell’attività per l’intero triennio. Il secondo anno la presidenza spetterà ad uno dei componenti del CdA indicato dalla lista Buffoni, infine il terzo anno prevederà la presidenza indicata della terza lista classificata. Un modo semplice per ribadire il concetto che il CdA non sarà di nessuno in particolare, ma di tutti coloro che decideranno di sostenerlo, e tutti in modo equanime si divideranno l’onere e l’onore di presiederlo. Nulla vieta che al turn-over della presidenza possa accompagnarsi, all’occorrenza e necessità, anche la sostituzione di membri del CdA nel quadro di un accordo tra i vari gruppi.

Il CdA

Seguendo le linee guida descritte nel paragrafo precedente, ho individuato nelle liste presentate nell’ultima assemblea e non solo, le personalità che a mio avviso garantiscono solidità e garanzia di attuazione del programma oltre che ampia rappresentanza dei partecipanti di Costa Paradiso. Persone che io definirei dei generali e non certo dei prestanome.

  1. Gianni Monterosso: l’ing. Monterosso era il candidato presidente della lista risultata prima secondo il criterio “per teste”, e senza dubbio deve essere la prima persona da prendere in considerazione. È una persona estremamente competente dal punto di vista manageriale e il suo passato ne offre ampie garanzie. Conosco personalmente l’ing. Monterosso e posso garantire che è una persona dai toni e modi pacati, capace di mediare e trovare il punto di equilibrio, doti necessarie per chi inizia il lavoro di un gruppo che dovrà lavorare assieme tre anni. A lui certamente chiedo di non tirarsi indietro da questa mia proposta, e di impegnarsi con tutto se stesso, convinto come sono che dal suo successo possa dipendere il successo di tutti noi partecipanti.

  2. Maria Luisa Ferrari: persona indipendente, fuori dagli schemi, dotata di una oggettiva capacità contabile di cui c’è estremamente bisogno. Grazie alla sua profonda conoscenza della macchina contabile della Comunità, essa potrà garantire da una parte la continuità operativa, e dall’altra sarà una garanzia per tutti nello svolgimento delle funzioni di tesoriere.

  3. Mariano Deligia: vivendo tutto l’anno a Costa Paradiso, potrà essere il punto di riferimento per tutti i residenti. Potrà portare all’interno del CdA i quotidiani problemi e le speranze di chi Costa Paradiso la vive tutto l’anno. Alla luce dell’impossibilità dei presidenti che si succederanno nei tre anni di essere sempre presenti negli uffici della Comunità, Mariano Deligia risulta essere la persona ideale a svolgere le funzioni di vice-presidente, potendo garantire sempre una presenza fisica in tutti i casi necessari.

  4. Ferdinando Mulas: è il presidente dell’unica associazione di Costa Paradiso che esiste e difende gli interessi dei semplici proprietari da oltre 25 anni. Decine e decine di persone si rivolgono a lui nella quotidianità dei problemi e come tale è un degno rappresentante di una fetta consistente di Costa Paradiso.

  5. Ferdinando Buffoni: sulla persona e sulla storia del prefetto Buffoni c’è poco da aggiungere. Una personalità istituzionale che porterebbe in dote al Cda tutta la sua credibilità ed affidabilità. Da quando ha deciso di occuparsi di Costa Paradiso ha saputo guadagnarsi la fiducia di centinaia di persone che gli hanno fatto pervenire la propria delega, e come tele è anch’esso un degno rappresentante del territorio.

  6. Carlo Addis: ho individuato in lui il rappresentate del mondo imprenditoriale, e ho fatto questa scelta poiché Carlo Addis, svolgendo una attività imprenditoriale a 360 grandi, può diventare il punto di riferimento per un nuovo modello di business da cui trarre spunto. L’attività edilizia del territorio è evidente a tutti che sta volgendo al termine, e il tessuto imprenditoriale del territorio deve sapersi reinventare guardando ai servizi che rappresentano il futuro e di questa idea Carlo Addis può essere un degno rappresentante.

  7. Giorgio Zorzi: noto a tutti con lo pseudonimo di Zorro ha da anni informato in modo puntuale tutti noi su questioni che altrimenti sarebbero rimaste oscure ai più. Persona dotata di grande voglia di conoscere ed approfondire, ma soprattutto ha saputo coi fatti guadagnarsi la stima e la fiducia di una ampia e trasversale fetta del territorio che deve essere da lui rappresentata.

La Commissione Tecnica Permanente (CTP)

Come ho avuto modo di anticipare, ritengo necessaria la costituzione di una commissione tecnica (da non confondere con la CTA) che possa lavorare parallelamente e congiuntamente al CdA sul problema principale che è il sistema idrico integrato. Su questo aspetto negli ultimi mesi si sono fortunatamente affacciati nel panorama di Costa Paradiso alcuni tecnici competenti in materia che si sono resi disponibili, i quali, lavorando assieme e coinvolgendo gli enti pubblici preposti, potranno elaborare una soluzione congiunta da sottoporre al CdA. L’attività di questa commissione sarà coordinata dal presidente del CdA il quale sarà il punto d’unione tra i due organismi.

Di seguito espongo i tecnici che dovrebbero comporre tale commissione:

  1. Il Presidente pro tempore del CdA

  2. Il Sindaco di Trinità D’Agultu

  3. L’ing. Pisoni – Comune di Trinità D’Agultu

  4. L’ing. Alessandro Pignagnoli

  5. L’ing. Yos Zorzi

  6. L’ing. Luciano Ognissanti

  7. L’ing. Pietro Abiuso

  8. Dott. Angelo Bloise

Il CdR

Un altro aspetto da correggere è la cronica non indipendenza del CdR dal CdA, organo designato a controllare l’operato del CdA a tutela di tutti i partecipanti. Non si può al tempo stesso essere controllati e controllori, per questo motivo ritengo necessario conferire piena indipendenza al CdR individuando gruppi e quindi persone che non sono direttamente legati al CdA.

Innanzi tutto ritengo assolutamente necessaria la presenza del Comune di Trinità, il quale, essendo la controparte in convenzione, se da una parte non deve partecipare alla gestione dei beni comuni (CdA) per evidente conflitto di interessi, deve poter svolgere una attenta attività di controllo. In quest’ottica ritengo che il Comune possa essere rappresentato nelle persone di Mauro Addis e Laura Suelzu.

Proseguendo su questo piano, ritengo doverosa una rappresentanza dell’amministrazione uscente espressa da Unione Proprietari. Questo gruppo ha pieno diritto di poter svolgere una attenta e costante attività di controllo sull’operato del nuovo corso, e in quest’ottica ho individuato in Daniele Del Furia il rappresentante.

Un altro gruppo a cui dare la possibilità di svolgere l’attività di controllo è Amici Costa Paradiso. Su questo gruppo devo aprire una parentesi: io ritengo che debba essere rappresentato dentro il CdA poiché questo gruppo fondamentalmente condivide il programma sopra esposto, tuttavia ha più volte ribadito di non essere disponibile ad un accordo allargato che possa comprendere anche il mondo imprenditoriale e il Comune oltre a veti posti su alcune persone, e per quanto io possa essere dispiaciuto di questa scelta, non posso far altro che rispettarla. La persona a mio avviso idonea a rappresentare questo gruppo dentro il CdR è Massimiliano Luppi, già presidente del CdR eletto il 10 agosto. Qualora questo gruppo ritenesse di superare le proprie riserve, allora Massimiliano Luppi potrebbe essere il rappresentante dentro il CdA.

Il quinto componente del CdR è Pasquale Ferrara. Con la sua attività pionieristica dentro Costa Paradiso attraverso CostaParadisoNews, ha posto al centro del tavolo questioni importantissime come la trasparenza e la comunicazione costante dell’attività e della contabilità ai partecipanti. Ho sempre sposato e condiviso queste giuste battaglie, motivo per cui ritengo doveroso concedere a Pasquale Ferrara lo strumento idoneo a portare a compimento questi impegni. Partecipando al CdR potrà richiedere e rendere pubblici tutti i dati contabili e tutte le iniziative intraprese dal nuovo CdA a tutela di tutti i proprietari. Mi auguro che Pasquale Ferrara, in considerazione dello spessore di tutti gli altri Membri componente il CdA e CdR da me suggeriti, possa questa volta accettare un incarico più volte declinato in passato.

In conclusione, i rappresentanti del CdR sono:

  1. Mauro Addis

  2. Laura Suelzu

  3. Daniele Del Furia

  4. Massimiliano Luppi

  5. Pasquale Ferrara

Considerazioni finali

In conclusione vorrei ribadire alcuni semplici ma importanti concetti. Innanzi tutto è bene ricordare che la mia proposta si pone l’obiettivo di creare un ponte fra le tre liste presentate il 26 novembre, nella direzione del cambiamento con un unico programma che sia condiviso da tutti. Ho sempre auspicato un ampio accordo tra le tre anime di Costa Paradiso (partecipanti, imprenditori e Comune) che possa superare il vecchio schema di contrapposizione con proprietari da una parte e imprenditori-Comune dall’altra. Questa impostazione ha avuto il suo massimo epilogo con l’ultima assemblea caratterizzata purtroppo per tutti noi da una conflittualità aspra che ha generato un nulla di fatto. Episodio che mi auguro sia servito a tutti come esperienza da non ripetere. Non è facile per nessuno accettare di lavorare con persone con cui spesso in passato si è entrati in conflitto, sono consapevole di non chiedere la via più facile, ma sono altrettanto consapevole di aver individuato persone capaci di guardare all’interesse generale al di sopra di ogni pregiudiziale personale.

Voglio rivolgere un accorato appello alle persone che ho menzionato a superare ogni riserva ed accettare l’incarico, perché tutta Costa Paradiso chiede l’unità.

Ovviamente le liste da me proposte possono cambiare nei nomi, tuttavia è bene ribadire che non si possono prendere in considerazione i veti incrociati che ne hanno affossato fino ad oggi ogni tentativo di unione, né tanto meno le richieste di una maggiore presenza. Ogni gruppo ha diritto di nominare il proprio rappresentante che deve essere accettato dagli altri se espresso con buon senso.

Qualora questo progetto venga condiviso, nulla vieta che si possano porre sul tavolo altre questioni ed altri punti programmatici su cui confrontarsi e trovare intese.

Chiedo a tutti di accettare una propria partecipazione ridimensionata in favore di un accordo allargato nell’esclusivo interesse di Costa Paradiso. Uno degli obiettivi di questa mia proposta è di evitare lo stillicidio di trattative continue in cui tutti chiedono un po’ di più per poi alla fine non ottenere nulla che non sia il fallimento della prospettiva unitaria. Nel presentare questa mia proposta ho cercato di ponderare molto bene la scelta dei nomi, conoscendo gli equilibri fragili del territorio, sapendo che uno sbilanciamento per questo o quel gruppo causerebbe la fine di ogni proposta unitaria.

Mi metto a disposizione di tutti per questo progetto cercando di mediare le posizioni nell’unico obiettivo di dare a Costa Paradiso un nuovo ed agognato corso nella direzione del cambiamento, della legalità e della trasparenza.

Stefano Angeli

stefano.angeli85@gmail.com


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