(articolo modificato)
Come si sa, l’assemblea del 26 novembre scorso si è risolta in un nulla di fatto, lasciando il solito strascico di polemiche e di accuse incrociate. ATCP è stata pesantemente attaccata per il suo comportamento “divisivo” e “irresponsabile”. Atcp e Amici di CostaParadiso, infatti, hanno preferito dar vita ad un terzo schieramento non essendovi le condizioni per una piena intesa sia col blocco rappresentato da: l’Unione Proprietari, sostenitrice del C.d.A. uscente; il Comitato 26 Novembre (Monterosso, Butera, Pignagnoli , Pedace, Yos Zorzi); Diana Lanciotti; sia col blocco guidato dall’ex prefetto Buffoni, sostenuto in particolare dagli imprenditori locali e dal Comune di Trinità. Questa scelta ha fornito l’occasione a Diana Lanciotti e a qualche esponente del Comitato 26 Novembre di tacciare ATCP ed il suo presidente di irresponsabilità. “Una scelta suicida del presidente di Atcp che, intestardendosi a presentare una lista a sé stante, ha rotto il fronte dei proprietari, che altrimenti avrebbero potuto vincere. Una grave responsabilità di cui Ferdinando Mulas dovrà rispondere ai suoi associati ma anche a tutti noi proprietari danneggiati dal suo comportamento divisivo. Senza il quale stasera avremmo un nuovo CdA eletto dalla grande maggioranza dei proprietari non morosi”.
Così, scrive, Diana Lanciotti nel suo blog, fornendo una rappresentazione della realtà del tutto falsa, su cui si stanno valutando le possibilità di sporgere querela, essendo evidenti le finalità diffamatorie insite nel messaggio mediatico del suo articolo, diretto ad un’ampia platea di destinatari.
ATCP, infatti, non ha rotto nessun fronte di proprietari, di cui peraltro non faceva parte, essendo uscita dall’Unione Proprietari, che pure aveva contribuito a costituire, nel 2013. Non c’era stato alcun contatto preventivo né con l’Unione Proprietari, con cui le divergenze, sul modello di Comunità e sui compiti della stessa, restavano profonde, né con la stessa Lanciotti. L’unico gruppo col quale ATCP aveva in corso dei colloqui per la condivisione di un programma d’azione, era il Comitato 26 Novembre. I contatti ci sono stati fino a ridosso dello svolgimento dell’assemblea e si sono conclusi con uno scambio di e-mail il 25 novembre 2016 tra lo scrivente ed il rappresentante del Comitato, Monterosso. Scambio che, viste le accuse gratuite nei nostri confronti, riteniamo opportuno pubblicare, in altra parte del sito. Per la consultazione di tale scambio, nonché del verbale di intesa proposto dal Comitato ad ATCP e delle correzioni richieste da ATCP, fare click QUI
Dalla consultazione si tali documenti è possibile rilevare quale fosse il vero nodo della discussione. Un nodo sicuramente non secondario, anzi fondamentale in questa fase: il servizio idrico integrato. Il Comitato proponeva di avviare da subito i lavori della fognatura, a spese dei proprietari, per evitare la chiusura del villaggio, che considerava certa in assenza di tali lavori; ATCP sosteneva, invece, che la Comunità non potesse avviare autonomamente, non avendone il titolo di legittimazione, alcun lavoro di ampliamento della fognatura, senza una intesa preventiva con l’Autorità d’Ambito Ottimale, con Abbanoa e col Comune, proprietario dell’attuale impianto. Le modifiche richieste da ATCP al verbale di intesa proposto dal Comitato miravano perciò ad eliminare qualsiasi dubbio interpretativo circa il fatto che la Comunità non dovesse avviare, da sé, i lavori. Il rifiuto del Comitato ha fatto saltare un’intesa che, data per certa a parole, non ha retto alla prova scritta. La conclusione è che, alla fine, il Comitato non aveva alcuna intenzione di mediare su quel punto, volendo procedere subito alla realizzazione della fognatura a spese dei proprietari. Dunque, la responsabilità del mancato accordo è ben diversa da quella raccontata da Diana Lanciotti, cosicché le sue accuse appaiono strumentali ed orientate a spargere discredito nei confronti di ATCP e del suo presidente; ovviamente in omaggio al suo motto “Uniti per Costa Paradiso“. Ed è in nome del medesimo motto che la sig.ra Lanciotti, nel corso delle trattative col Comitato, aveva posto dei veti sui nominativi proposti da ATCP per una eventuale partecipazione ad una lista comune col suo schieramento. Come dire che la sig.ra Lanciotti predica l’unità fra i gruppi, ma poi non la favorisce, a meno che per unità non intenda – come sembra – quella per mera adesione alle linee programmatiche del Comitato 26 Novembre ed Unione Proprietari, orientate al mantenimento in capo alla Comunità dei compiti di gestione e di ampliamento (vedi fognatura) delle opere di urbanizzazione primaria e dei relativi servizi urbanistici, come appunto il servizio idrico integrato. E’ questo il vero dissenso di ATCP con quello schieramento e la signora Lanciotti, omettendo di dirlo, fa solo opera di disinformazione.
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Insomma, la signora Lanciotti mentre stigmatizza le presunte responsabilità degli altri, non vede le proprie, come quella di mostrare in modo plateale il suo fastidio e la sua insofferenza nei miei confronti nella sala dove si svolgeva l’assemblea del 26 novembre. Segno che l’educazione non è il suo punto di forza. Il che, per una che si sente vincitrice morale dell’assemblea per il numero di deleghe che ha ricevuto, non è proprio il massimo.
Quanto all’accusa di irresponsabilità, pronunciata da qualche membro del Comitato, bisogna intendersi. Nel linguaggio comune il termine irresponsabile identifica generalmente un soggetto che compie volontariamente delle azioni, nonostante le conseguenze negative che da esse, prevedibilmente, possono derivare. Sotto questo aspetto, non si vede quale possa essere la responsabilità di ATCP.
Come presidente dell’associazione, prima dell’assemblea del 26 novembre, sono stato contattato dal Dr. Buffoni per un confronto di idee e programmi in vista di una possibile convergenza sulla sua iniziativa di presentarsi candidato alla presidenza del C.d.A. nell’assemblea stessa. Ho risposto al dr. Buffoni che avrei predisposto una bozza di programma sul quale avremmo potuto verificare concretamente le possibilità di convergenza. La trattativa si è sostanzialmente bloccata su un punto di grande importanza e significato, vale a dire sulla partecipazione del Comune all’esercizio del diritto di voto e ad avere dei rappresentanti negli organi di gestione della Comunità, su cui ATCP era contraria. Posizione ribadita in assemblea, con il deposito di una mozione volta ad impedire il diritto di voto del Comune, a cui lo schieramento costituitosi in nome dei proprietari ha pensato bene di non associarsi. Per il resto, il dr. Buffoni ha condiviso sostanzialmente il programma predisposto da ATCP, tanto da farlo proprio modificandolo solo in due punti.
La stessa bozza è stata sottoposta anche al Comitato 26 Novembre. Come già accennato, il punto fondamentale di divergenza si è riscontrato sul servizio idrico integrato. Il Comitato, infatti, muovendo dal presupposto (non dimostrato) della chiusura certa di Costa Paradiso, sosteneva la necessità e l’urgenza di avviare subito i lavori della fognatura a spese della Comunità, sotto forma di autofinanziamento, e di attivare, poi, una trattativa con Abbanoa (ATO di riferimento per la Sardegna) per il recupero delle somme spese attraverso lo scomputo del debito maturato con la stessa Abbanoa per la fornitura dell’acqua. In sostanza, in nome dell’emergenza, il Comitato, in accordo con l’Unione Proprietari, intendeva riprendere subito i lavori del primo lotto del progetto SAVI a spese dei proprietari per tentare di recuperare, in un momento successivo, le somme anticipate.
Secondo ATCP, prima di avviare i lavori, per i quali la Comunità non ha alcun titolo di legittimazione, sarebbe stato necessario concordare preventivamente con l’ATO, Abbanoa ed il Comune di Trinità, proprietario dell’attuale impianto, l’esecuzione del progetto Savi all’interno di un processo di transizione definito e concordato in vista del passaggio definitivo del servizio stesso all’ente specificamente preposto alla gestione. Il che avrebbe segnato una svolta nella storia di Costa Paradiso, perché avrebbe finalmente sancito la fine del ruolo della Comunità, quale sostituto del Comune in materia di opere e servizi urbanistici, fonte della maggior parte dei problemi di Costa Paradiso. Invece, in nome dell’emergenza si voleva che quel ruolo continuasse, probabilmente sine die.
Sul c.d. Comitato 26 Novembre è, comunque, necessario fare alcune considerazioni. Nato da una proposta di ATCP che voleva valorizzare l’esperienza dell’assemblea 10 agosto scorso, quando si era creato un movimento spontaneo contro l’inciucio Comune-Comunità che doveva portare alla riconferma di Piergianni Addis alla presidenza del C.d.A. e contro la passata gestione, il Comitato si è proposto a tutti i vari gruppi di proprietari di Costa Paradiso, come un team di persone competenti e professionalmente attrezzate a fronteggiare e risolvere le problematiche di Costa Paradiso, libere dall’appartenenza a gruppi organizzati o a schieramenti. Per questo esso chiedeva a tutti i proprietari, organizzati e non, fiducia e voto, in nome della asserita competenza e dello spirito di servizio dei suoi componenti. Fin qui niente di male, anzi c’era da ringraziare che qualcuno si dichiarasse disponibile a sobbarcarsi l’onere di gestire la Comunità. Le difficoltà sono cominciate nel momento in cui, a fronte della richiesta del Comitato di essere votato, si è posto il problema di poter condividere i contenuti del programma di gestione della Comunità e di inserire qualche nominativo in lista. Allora è risultato evidente che il Comitato giocava su tutti i tavoli ed in particolare con quello dello schieramento che qualche mese prima diceva di avversare e criticava aspramente. Di qui la resistenza ad accettare integrazioni o modifiche ad un programma mal scritto e pieno di ovvietà, ma anche i veti sulle poche persone proposte da ATCP. Insomma, la parabola del Comitato 26 Novembre si può sintetizzare così: dalla contestazione nei confronti di Piergianni Addis, presidente del C.d.A. espresso dall’Unione Proprietari, manifestata nell’assemblea del 10 agosto 2016, all’approdo ed alla partecipazione organica allo schieramento di appartenenza di Piergianni Addis e affini. Complimenti !
(*) Alcune precisazioni in merito all'articolo "L'assemblea del 26 novembre: gli irresponsabili e i vincitori morali - Diana Lanciotti ha interpretato i rilievi formulati nei suoi confronti per non aver preso posizione, tra l'altro, contro le devastazioni inferte all'ambiente di Costa Paradiso dall'attività edilizia nel corso degli anni, associando i rilievi stessi al cenno fatto alla sua piscina privata. Questa associazione, fatta dalla Lanciotti, non è corretta. Il mio riferimento alla sua piscina è solo una battuta ironica, che non prefigura alcun reato ambientale e che non contiene alcuna accusa in tal senso verso la signora Lanciotti. In realtà quelle osservazioni, risultando ultronee rispetto allo spirito ed all'oggetto dell'articolo che riguarda essenzialmente l'assemblea del 26 novembre, si è ritenuto opportuno rimuoverle. F. Mulas
(articolo modificato)