Vari Partecipanti, nostri associati, ci segnalano di aver ricevuto dalla Comunità, a distanza di pochi giorni, due lettere raccomandate: la prima con l’invito ai destinatari ad allacciarsi all’impianto fognario esistente “ aI fine di mantenere agibile la loro abitazione”, specificando che “l’ obbligo è rivolto tanto a coloro che potevano essere allacciati già tempo fa e che per carenze o omissioni non si allacciarono, quanto alle potenziali utenze realizzate quando l’impianto di depurazione era ormai saturo”; la seconda, per comunicare che il suddetto obbligo sarebbe stato compito del Comune di Trinità farlo valere, e quindi di attendere che “una richiesta analoga, a quella inviata il 19 gennaio dalla Comunità, pervenga dal Comune”.
Nella sua prosa contorta ed ambigua, la prima lettera della Comunità fa riferimento a potenziali utenze dell’impianto fognario, cioè a soggetti che pur potendosi allacciare alla rete fognaria non lo hanno fatto. In realtà, almeno dai casi che abbiamo potuto appurare, si tratta di utenze già collegate ed attive, ma, evidentemente, non conosciute dalla Comunità. Dunque, utenze abusive, quasi certamente attivate dal costruttore e non comunicate agli uffici della Comunità. Al momento, non è dato sapere quanti siano gli utenti considerati allacciabili, di fatto abusivi, che non hanno versato alla Comunità gli oneri di allaccio e quelli di gestione e manutenzione dell’impianto fognario. C’è da chiedersi, tuttavia, perché la Comunità se ne sia accorta adesso e non due anni fa quando il sottoscritto aveva segnalato al C.d.A. il fenomeno di allacci alla fognatura non registrati, forse a causa di qualche complicità negli uffici. L’episodio costituisce, in ogni caso, un’ulteriore prova dell’inadeguatezza dimostrata da questo C.d.A. di individuare gli utenti effettivi dell’impianto fognario, distinguendo tra allacciati in ‘regola’ ed allacciati abusivi. E questo nonostante l’indagine in corso, svolta dal Procuratore della Repubblica di Tempio, che - sembra - abbia chiesto la collaborazione degli Uffici della Comunità per chiarire quale fosse il numero reale degli utenti allacciati e di quelli potenziali, al fine di stabilire l’adeguatezza delle strutture di depurazione esistenti.
A complicare la situazione è sopraggiunta la delibera comunale del 21 gennaio u.s., con la quale il Comune di Trinità ha deciso di “sostituirsi in danno ai lottizzanti per l'intera procedura dei lavori di ampliamento e manutenzione straordinaria delle strutture depurative e della rete fognaria esistente del piano di lottizzazione costa paradiso”. Ed è questo il motivo addotto dalla Comunità per scaricarsi del problema e per inviare la seconda raccomandata, avvertendo che, d’ora in avanti, della fognatura se ne sarebbe occupato il Comune (ma con oneri a carico dei Partecipanti).
Potremmo dire “Era ora !”, considerato che, in base alla convenzione del 30 luglio 1992, N. 8400, il Comune era divenuto proprietario dell’attuale impianto fognario e che in base alla successiva convenzione del 30 luglio 1992 n. 8401, stipulata tra Comunità e Comune, la gestione e la manutenzione dell’impianto fognario sarebbe dovuta passare al Comune dal 1 agosto 1995.
Ma l’iniziativa del Comune non è, probabilmente, da ascrivere ad un ritrovato senso di responsabilità ed alla conseguente volontà di assumere i propri obblighi, derivanti dalle convenzioni stipulate, bensì alla esigenza di realizzare al più presto il progetto di ampliamento dell’impianto fognario ponendo le relative spese a carico dei proprietari di Costa Paradiso.
Le indicazioni che riteniamo di poter dare a coloro, che ci hanno segnalato di aver ricevuto le suddette raccomandate, sono quelle di non limitarsi ad attendere la richiesta del Comune, come affermato dalla Comunità nella seconda raccomandata, ma di porre precise domande per iscritto alla Comunità stessa, chiedendo di specificare se:
in base alla su citata delibera del 21 gennaio scorso, il Comune è da considerare, a tutti gli effetti, ente gestore dell’impianto fognario di Costa Paradiso, essendone già proprietario;
lo stesso Comune abbia già provveduto a definire le tariffe dei costi di gestione e manutenzione dell’impianto fognario esistente, mettendole a disposizione degli interessati.
Quanto al progetto per la nuova fognatura, riteniamo opportuno precisare la posizione di ATCP, a fronte della recente delibera del Comune. Trattandosi di un’opera pubblica, è giusto che sia il Comune a curarne la realizzazione con le modalità e le procedure previste dalla legge. Non è giusto, invece, far gravare le relative spese sui Partecipanti/Proprietari di Costa Paradiso. Dopo la scadenza della convenzione di lottizzazione di Costa Paradiso, infatti, il Comune ha continuato a rilasciare licenze edilizie, senza imporre ai concessionari l’obbligo di realizzare le opere di urbanizzazione primaria, fognatura compresa. I concessionari hanno quindi potuto usufruire delle opere già realizzate in precedenza, con significativi vantaggi economici. In alternativa, il Comune avrebbe dovuto incassare, esso, gli oneri urbanizzazione primaria, così da poterli destinare alla realizzazione delle opere primarie e della fognatura, necessarie a far fronte all’ulteriore sviluppo edilizio di Costa Paradiso. Non ha fatto né l’uno, né l’altro. Ed ora il Comune pretende di addossare i costi di realizzazione del progetto per un nuovo impianto fognario a tutti i proprietari. Un progetto, sulla cui validità tecnica abbiamo molte riserve. Ecco perché abbiamo deciso di impugnare la valutazione di impatto ambientale della Regione Sardegna (il testo dell’impugnazione e le motivazioni le abbiamo pubblicate sul ns. sito web a questo link e stiamo per impugnare la suddetta delibera del Comune di Trinità, che riteniamo illegittima, in particolare nella parte in cui afferma di agire in danno dei Partecipanti della Comunità.
IL PRESIDENTE
Ferdinando Mulas