Non si potrebbe aprire con altre parole nel descrivere la vicenda Abbanoa a Costa Paradiso, uno slaccio annunciato appunto. Per fare ordine e chiarezza, facciamo un passo indietro:
Il 21 Maggio 2015: Pasquale Ferrara sul proprio sito diffonde una bolletta di Abbanoa della Comunità. Può sembrare una sciocchezza eppure fino a quel momento noi proprietari della vicenda Abbanoa non sapevamo più nulla da oltre 2 anni. Attraverso questa bolletta abbiamo tutti quanti potuto costatare l’ammontare del debito, quantificato a Gennaio 2015 in 850.000€. Ben 250.000€ in più rispetto al momento in cui il CdA si è insediato.
Il 22 Maggio 2015 scrissi un articolo in cui presentai tutte le problematiche della vicenda, e lanciai il grido di allarme, che purtroppo rimase inascoltato dai vertici della Comunità.
Il 6 Giugno 2015 Abbanoa pubblica sul proprio sito la lista dei morosi soggetti ad imminente slaccio, in cui fa bella mostra di sè la Comunità col suo debito monstre.
Il 7 Luglio 2015 Abbanoa procede con lo slaccio della fornitura verso la Comunità, vantando un debito che alla data 6 Giugno 2015 ha toccato la cifra record di 1.103.000€.
Il 9 Luglio 2015 il Giudice Elisabetta Carta del Tribunale di Tempio ordina la riapertura della fornitura per vizio procedurale di Abbanoa. Non ha inviato la doppia raccomandata.
Un po’ di cifre: userò il condizionale, perchè l'unica cifra ufficiale è il presunto debito vantato da Abbanoa sul proprio sito. Il debito sarebbe costituito per circa 2/3 da quote variabili, ossia consumi effettivamente prelevati e non pagati. Debito che, immagino sia stato in grossa parte ereditato dalle precedenti gestioni. Il rimanente 1/3 sarebbe composto da quote fisse che oggi sono oggetto di contenzioso in Tribunale. Io sono tra coloro che sostengono che su questa specifica voce di costo la Comunità vanta delle indubbie ragioni che il Giudice del Tribunale di Tempio ha per ora riconosciuto in primo grado. Tuttavia, Abbanoa ha presentato ricorso (comportando la sospensione degli effetti della sentenza) e in assenza di accordi precisi tra le parti, il CdA non è esonerato da pagare quanto richiesto. Un giorno molto probabilmente un Giudice emetterà sentenza definitiva favorevole alla Comunità, e Abbanoa sarà condannata ad un pesante risarcimento nei nostri confronti. Fino ad allora, scegliere di non pagare, è una decisione sbagliata, arbitraria, unilaterale, e pericolosa per tutti, come ha dimostrato lo slaccio avvenuto.
Per il Giudice mancava la doppia raccomandata di preavviso, e dal punto di vista giuridico non fa una piega, ma non possiamo proprio dire, come riconosce anche l’Unione Sarda, che sia stato un fulmine a ciel sereno. Le avvisaglie c’erano e da più parti si era sollevato il problema.
Il CdA ha davvero fatto tutto quello che poteva fare? Conosco i consiglieri, e mi rifiuto di pensare che ci abbiamo condotto deliberatamente a questo naufragio, tuttavia da mesi a questa parte si sono rinchiusi nel loro fortino, senza ascoltare nessuno al di fuori di loro stessi. Un processo di autoreferenzialità dannoso per tutti. In più occasioni hanno rifiutato appelli e tavoli di confronto. Non ultimo quello che da più parti fu chiesto di fare in Comune alla presenza di tutti i soggetti economici e sociali di Costa Paradiso. Questa linea di chiusura totale pare sia stata adottata anche nei confronti di Abbanoa che, come scrive l’Unione Sarda, contattò i mesi scorsi il CdA per arrivare ad un accordo. La proposta che Abbanoa fece era di sospendere il pagamento delle quote fisse (oggetto di contenzioso in Tribunale) e di trovare un accordo per il rientro del debito accumulato sui consumi. Il CdA non si rese disponibile ad un confronto. Questa è per me una scelta da condannare senza esitazione. Rifiutare la mano tesa da parte del creditore significa aprire porte e finestre alla tempesta. In un particolare periodo storico in cui Abbanoa ha intrapreso la linea dura contro i morosi sarebbe stato doveroso tutt’altro approccio, tutt’altra sensibilità e perché no, un po’ più di umiltà.
Il CdA devo dire che, dal momento dello slaccio della fornitura è entrato in un evidente stato confusionale. Martedi fece questa dichiarazione (che potete trovare sul sito della Comunità): “Il call center di Abbanoa risponde che “non risultano slacci “, sul sito di Abbanoa la nostra utenza non risulta tra quelle da slacciare”.
Senza infierire, ma cari signori del CdA, il sito di Abbanoa dice l’esatto opposto, (come potete constatare da soli) il codice utente della Comunità (6583647) è facilmente distinguibile nella lista dei morosi soggetti a slaccio imminente pubblicata il 6 Giugno 2015non fosse altro per la cifra monstre di 1.103.000 euro. E' una informazione di pubblico dominio da oltre un mese, ecco perchè non si può parlare di fulmine a ciel sereno. Ecco perchè si può tranquillamente raccontare la "cronaca di uno slaccio annunciato".A questo punto delle due l'una: o il CdA dichiara palesemente e pubblicamente il falso, oppure parla a ruota libera senza conoscere i fatti spinto dalla fretta di rimediare al tempo perso e dalla confusione totale che regna. Conoscendo personalmente il Presidente, escludo che possa mentire, non è nel suo stile, e non ne ho mai avuto evidenza, percui per me vale la seconda ipotesi. Questo stato confusionale forse è giustificato anche dalle dimissioni manifestate da Gianni Monterosso e non ancora ufficializzate dal CdA superstite. Dimissioni che, se confermate, farebbero decadere l'intero CdA.
Il CdA dopo tante pressioni è andato a guardare il sito Abbanoa, ed è così passato dall'affermare che la Comunità non è nella lista dei morosi soggetti allo slaccio a dire "...Abbanoa ha inserito sul sito tra le utenze da slacciare Costa Paradiso solo il giorno in cui è stato emesso il provvedimento del Tribunale di Tempio..." Affermazioni pesanti, di cui non dubito, ma che vanno dimostrate. Di sicuro uno tra Abbanoa e la Comunità mente. Per il momento questa è la cronaca dei fatti reali, in attesa che qualcuno, portanto delle prove, riscriva il passato.
Proseguirò ora con delle riflessioni personali sulla vicenda e sull'operato del CdA in questi giorni di passione.
Stefano Angeli
Membro del Consiglio Direttivo di ATCP
stefano.angeli@atcp.it
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