
Parafrasando la famosa locuzione di Cartesio: “Cogito, ergo sum”, riteniamo che Zorro l’ abbia fatta propria con questa variante: “Scrivo cazzate e le sparo grosse, dunque esisto”. Dopo lunga assenza per motivi di salute, infatti, il nostro Giorgio Bomba si è rifatto vivo ed è tornato a colpire il suo bersaglio preferito, o se vogliamo la sua ossessione: il consiglio di amministrazione della Comunità. Quel consiglio di amministrazione di cui voleva far parte e per il quale gli è stato negato ingiustamente l’accesso. Cosa che, evidentemente, gli ha lasciato il fiele in bocca, che ancora gli va su e giù per lo stomaco.
Il cadreghino (dei sogni)
Il nostro ex divulgatore multimediale di una casa editrice, che a Costa Paradiso ha assunto le sembianze del giornalista di denuncia a senso unico delle malefatte del consiglio di amministrazione, il 1 novembre scorso ha ripreso la sua postazione, non lesinando le sue censure e le sue illazioni verso l’organo di amministrazione, a suo dire illegittimo, della Comunità. Probabilmente, se avesse fatto parte della compagine, l’illegittimità non sarebbe esistita; ma che ci vogliamo fare, l’uomo è a geometria variabile.
Tuttavia, in un certo senso ne sentivamo la mancanza. Ci mancavano quelle sue omelie divertenti spesso astratte dalla realtà, così difficoltose da leggere fino in fondo per la prosa involuta e ripetitiva. Ci mancavano i suoi presunti collegamenti logici dei fatti ed i giudizi del tutto arbitrari, frutto della sua fantasia creativa. Ci mancava l’esibizionismo narcisista di chi ha eletto Costa Paradiso a sua ribalta letteraria, basata sul pregiudizio e sulla critica faziosa. Insomma, senza di lui Costa Paradiso era ripiombata in uno stato di noia mortale.
M'ama non m'ama – dice l’imprenditore
Ed ecco subito la notizia bomba, lo scoop: Dieci ruspe impazienti: per una fogna abusiva?
Al di là dell’esagerazione nel titolo (dieci ruspe sono un po’ troppe per un tratto di fogna), tipica di uno stile di narrazione che mira a far colpo, la notizia è vera e ci risulta che Zorro ne fosse a conoscenza da tempo, come tra poco vi riveleremo. Ma, anziché approfondirla con i dati di fatto e gli elementi di conoscenza necessari ad inquadrarla correttamente, come dovrebbe fare un vero giornalista, il nostro bacchettone si esibisce nel suo consueto gioco di supposizioni, di sospetti e di allusioni, finalizzato a gettare ombre e dubbi su quel consiglio di amministrazione colpevole di avergli negato il “cadreghino dei sogni”. L’essenza della sua litania è che il consiglio sarebbe connivente con un gruppo di imprenditori e col Comune per la realizzazione del primo stralcio del progetto Savi per la fognatura.
L’asserita prova risiederebbe nel fatto che “la Comunità ha concorso (checché lo neghi) a rinviare una sentenza del Tar che avrebbe condannato Abbanoa a prendersi in carico il servizio idrico (ponendo fine … all’intermediazione della Comunità stessa, quindi ai contratti master, ai subcontratti, alle tariffe doppie o triple rispetto alla normalità”. Qui c’è la prima fakenews (quanto lo amiamo per questo!) di Giorgio Bomba: infatti, non si vede come il TAR avrebbe potuto condannare Abbanoa, che non è parte nel ricorso. La vera balla è che alla base del rinvio ci sarebbe una combine tra la Comunità ed il Comune per favorire il SII (sistema idrico integrato) privato, cui mirerebbe l’iniziativa del Gruppo Mela/Gravina con la realizzazione del 1° stralcio di fognatura previsto dal progetto Savi. “Perciò il 24 aprile us. si è menato il can per l’aia nell’intento di confermare lo status quo ante: un Sii privatistico”. Ciò sarebbe confermato dall’assenza del presupposto che ha giustificato il rinvio, e cioè le trattative in corso tra il Comune ed EGAS e Abbanoa, di cui l’avvocato del Comune dava atto nella sua memoria di replica del 3 aprile 2018, chiedendo al TAR un rinvio, per la possibilità di un componimento bonario della vertenza.
Asserzioni così gravi, seppure formulate in modo velato per evitare il rischio di querele, un giornalista serio dovrebbe quanto meno supportarle con elementi probanti e non con deduzioni logiche prive di fondamento. Purtroppo, il nostro personaggio tale non è e preferisce aggiustare la verità a suo piacimento, giusto per soddisfare il suo ego narcisistico e il suo livore verso il C.d.A.
Eppure, una vicenda, che sta assumendo i tratti di una leggenda metropolitana, narra di incontri riservati di Zorro, avvenuti tempo fa, con uno degli imprenditori, che ha presentato il progetto, ora agitato a flagello di Dio. Nella circostanza, egli avrebbe condiviso l’idea di una fognatura realizzata da privati, in assenza di altre valide alternative. Ovviamente, questo non dovrebbe trapelare, ma il vostro Fortebraccio lo ha saputo per puro caso e ritiene giusto raccontarlo a beneficio dei suoi lettori e degli “Amici di Costa Paradiso”!
Fuori i fucili! (ma non i quattrini…)
Infatti, Fortebraccio ama vedere le vicende nella loro effettiva realtà, senza fermarsi agli annunci urlati di rivoluzione da parte degli “Amici di Costa Paradiso”. Avrebbe voluto vedere all’opera questo gruppo di opposizione al consiglio di amministrazione, di cui Zorro sarebbe il capofila, ma nell’assemblea del 10 agosto non se n’è vista traccia, dichiarando, per bocca dello stesso Zorro, di aver scelto l’Aventino. Saranno andate davvero così le cose? Probabilmente no.
Pare che il nostro eroe sia rimasto ormai solo, giacché dietro i proclami di ritirata sull’Aventino si nascondono in realtà pochi e stanchi giapponesi che non si arrendono e che resistono alle odiose imposizioni di pagamento dell’odiato consiglio di amministrazione, anche a costo di essere considerati morosi, e qualcuno, in effetti, lo è. Si tratta, in particolare, delle stesse persone che, dovunque, a Costa Paradiso tuonavano contro i morosi, soprattutto quelli di grossa tara. Insomma parlavano bene e razzolavano male, come al solito! Ma anche di questo non ci si deve meravigliare: a Costa Paradiso il carnevale vive tutto l’anno, le maschere allegoriche non smettono mai di scorrazzare e lanciare coriandoli a destra e a manca. Come si dice in questi casi, “ogni scarrafone è bell'a mamma sua"!
Apre il botteghino!
Dice il nostro divulgatore multimediale: “Tranquilli: non ci si risponderà mai o si negherà anche l’evidenza. In caso contrario sarebbe come esporre una bandiera bianca di resa ai potentati senza nemmeno il simulacro di una trattativa col Gestore. Saranno i fatti a parlare”. E prosegue chiedendosi “quale scelta di campo farebbe e quali provvedimenti la Comunità assumerebbe nel caso in cui un manipolo di privati tornasse, a distanza di un anno e mezzo, a posare un altro tratto di fogna abusiva sempre lungo la strada Sarrera”. “Al botteghino prefigurano un premio elevato per chi ci azzecca; significa che la scommessa è oltremodo rischiosa. Dati i precedenti, chi ci metterebbe la mano?”
Caro Zorro, i fatti ci sono già e contraddicono almeno in parte i tuoi velenosi sospetti. La Comunità ha mandato due diffide legali al Comune per la cessazione della gestione del servizio idrico e fognario. Il Comune ha fatto orecchie da mercante confutando, per tutta risposta, le affermazioni contenute nelle diffide, e minacciando addirittura di denunciare il C.d.A. per interruzione di pubblico servizio. Ma non solo questo. L’Ufficio Tecnico del Comune di Trinità, non più tardi di venti giorni fa, ha dato il nulla osta al Gruppo Mela/Gravina di procedere con i lavori. Il nulla osta è a firma dell’ing. Cassitta. Eh già, questo ingegnere, dopo soggiorni meno confortevoli, è riuscito a tornare nei salotti buoni.
Anche Fortebraccio è curioso di sapere come andrà a finire. La Comunità non potrà certamente assumere provvedimenti, come tu affermi, ma potrà certamente ricorrere agli strumenti previsti dalla legge in questi casi.
Mi chiedo semmai, perché, piuttosto che lanciare strali e critiche, Zorro non si adoperi in prima persona per cercare la giustizia che reclama? Perché non vada dal Procuratore della Repubblica a segnalare gli abusi? Perché non avvii denunce, segnalazioni e ricorsi al TAR e quant’altro piuttosto che sindacare quelli fatti da altri? Essendo ben informato, perché non va a denunciare a chi di dovere che tra poco, a Costa Paradiso, scenderanno in campo le ruspe senza un titolo valido per eseguire i lavori?
La risposta è semplice: è assai più comodo accusare gli altri che agire in proprio e il nostro Zorro, nell’invecchiare, non è più un cuor di leone, se mai lo è stato. Bravo, sì, a fare i sermoni (agli altri ovviamente) ma quando si tratta di agire in prima persona la strada per lui è molto ripida.
Resta, perciò, aperto, ma non troppo, l’angoscioso dilemma: quale sarà la scelta di campo di Zorro? Anche per questo è aperto il botteghino per le scommesse!