Caro Gianni,
il mio è forse un grido di dolore per le tue incomprensibili azioni a cui da un paio di settimane sto e stiamo assistendo. Se me lo permetti, vorrei ricordarti quanto ci siamo detti alla vigilia del lancio della mia proposta unitaria (fine dicembre-metà gennaio): nell’informarti dell’intenzione che avrei tradotto per iscritto, ti avevo anche indicato quale sua architrave, proponendoti non solo per il Cda, ma addirittura come Presidente. Ricordi la risposta che hai dato? Beh, lo faccio io: avevi riconosciuto che per l’assemblea del 26 novembre tutti avevano assunto posizioni troppo radicalizzate vittime, forse, di una grande forza centrifuga che ci allontanava.
Un tragico errore da non ripetere. Avevi anche ammesso che la richiesta di “occupare” il Cda con l’intero Comitato, da voi mantenuta fino all’ultimo, era stata una forzatura (“una provocazione” per usare le tue parole), e che per la prossima assemblea si sarebbe dovuto prevedere il giusto mix tra competenze (che non sono solo ingegneristico-idrauliche, attenzione) e politica. E ciò perché la gente che vota, alla fine deve essere rappresentata, mentre i cinque del Comitato di deleghe ne avevano “pochine” (sempre parole tue).
Subito dopo il varo della proposta (il 9 gennaio 2017) ti richiamai, ansioso com’ero di sentire la tua impressione. La risposta, rimastami incisa nella memoria, suonava più o meno così: “la sensazione è buona, complimenti per il lavoro fatto e per l’impegno riposto nella causa; non condivido tutto, come è normale, ma il giudizio è buono”. Ricordo bene, Gianni?
Ad oggi, metà febbraio, il Comitato 26 novembre di cui fai parte, risulta incredibilmente l’unico ad aver dichiarato di non volere aderire. Dov’è la verità, Gianni? Mi avevi blandito? Oppure sono intervenute di nuovo all’interno vostro le “forze centrifughe” che vi portano a “combattere” per posizioni estreme? Dov’è finita la necessità, da te invocata e a cui mi sono ispirato nello stendere la proposta programmatica, di ritrovare uno spirito collaborativo? Che ne è stato “degli errori da non ripetete”? Che ne è stato di quel Cda da costruire in modo equilibrato? Ed infine: com’è potuto succedere che la mia proposta in tre settimane sia passata da “buona” ad inaccettabile?
Ho visto da poco il tuo video su CostaParadisoNews, dove hai elencato gli obiettivi in cui credi. Guarda caso, essi sono scritti tutti, proprio tutti, nella mia proposta programmatica verso cui però, insieme al tuo gruppo, ti sei rifiutato di convergere. Non possono dividerci i programmi, e non sarà certo quello da me proposto a farlo, rappresentando “solo” il risultato della ricerca del minimo comune denominatore fra i tre programmi presentati il 26 novembre. D’altronde ho proposto un programma che ciascuno certamente vorrebbe arricchire, secondo le proprie convinzioni, ma E’ GIA’ CONDIVISO DA TUTTI. Perciò non può essere disconosciuto da nessuno, compresi voi.
Allora, se il programma che tu auspichi anche nella dichiarazione-video è lo stesso scritto nella mia proposta programmatica, le divergenze non possono che essere sulla rappresentanza: infatti, senza dirlo esplicitamente, tu riproponi nuovamente il Comitato in maggioranza nel Cda. Perché non dirlo? Per non contraddire l’asserzione che “è aperto a tutti”? E’ questo il nodo da sciogliere.
Nella mia proposta ho messo tutti i gruppi a pari livello, con un rappresentate per ciascuno, equilibrio che palesemente non riuscite ad accettare, forse per mancanza di fiducia, forse per incapacità al vostro interno di rinunciare alle poltrone. Ma così ripresentate sul piatto la minestra riscaldata del 26 Novembre: voi soli in Cda o in maggioranza a decidere; a qualcuno non troppo sgradito un posticino per grazia ricevuta, e i restanti sugli spalti ad applaudire. No, questa non è unità; questa è la banalissima ricerca di un’alleanza politica che vi faccia da stampella e vi possa portare in dote i voti che vi servono per essere eletti. Una pretesa assurda, per chi intende realizzare un programma mutuato in gran parte da altri.
Unità è sinonimo di accettazione dell’interlocutore con pari livello di dignità, a prescindere da chi si ha davanti: CHIUNQUE ESSO SIA. Esempio. Una settimana fa, mi chiamò Zorro per farmi un’intervista, di cui lo ringrazio ancora. In quell’occasione mi fece delle domande che mi sono servite per ribadire il concetto appena espresso: per perseguire l’unità la mano va tesa a tutti, anche e soprattutto al tuo principale avversario politico che, nel mio caso è, come tutti sanno, il Presidente Piergianni Addis (che sono sicuro nel leggere queste parole si farà una grande risata e confermerà la rivalità). Se dovessi lavorare per allestire un’alleanza politica, Piergianni Addis ed io staremo sicuramente su due versanti opposti, come è avvenuto sino ad oggi. Ma quando ci si deve impegnare per l’unità, beh bisogna farlo senza riserve, eccezioni, e bandendo qualsiasi veto. Se è la situazione straordinaria di Costa Paradiso a richiederlo, non possiamo sottrarci.
Se io apro i portoni per far entrare nella “casa dell’unità” il mio principale avversario politico invitandolo a partecipare insieme e al pari degli altri, ritengo che anche il tuo gruppo, tu e i tuoi sostenitori possano fare altrettanto. Con questo ponendo fine all’imbarazzante messa in scena da voi interpretata la quale, oltretutto, non ha trovato presa tra i vostri interlocutori. I quali, viceversa, guardano con grande attenzione alla prospettiva unitaria che SOLO VOI state ostacolando.
Per concludere, caro Gianni, rifletti, fermatevi; interrompete questa folle forza centrifuga che vi sta portando ad allontanarvi. Riscopriamo il comune spirito unitario che ti è sempre appartenuto. Non andate contro la volontà della gente, invece concretiamo la sua speranza di vederci uniti ed uniti risollevare le sorti di Costa Paradiso. Dimostriamo ai detrattori di questo fantastico pezzo di terra che a noi non serve un amministratore giudiziario, perché sapremo eleggere una dirigenza coesa. Personalmente, non voglio pensare nemmeno per un secondo che una persona del tuo profilo non condivida questo spirito.
Stefano Angeli