Sulla base dell’esperienza maturata in questi mesi ho sviluppato un forte scetticismo sulla possibilità e sulla opportunità di avvicinamenti agli attuali CdA e CdR e la convinzione che l’ostacolo maggiore sia dovuto al fatto che questi organismi considerano non necessario né utile allargare la coalizione ad ATCP.
Eventuali iniziative in questo senso sembrano essere solo strumentali e orientate, in realtà, a una semplice ‘normalizzazione dei rapporti’ con lo scopo di dividere e imbrigliare l’opposizione, ma senza prevedere una partecipazione organica dell’Associazione al governo della Comunità, nemmeno a seguito di un rinnovato patto programmatico.
Questo, almeno, è stato l’atteggiamento dominante sino a quando sono stato all’interno del Consiglio.
Darei una valutazione simile anche sulla proposta fatta a suo tempo di far partecipare Stefano Angeli al Cda in veste di osservatore esterno e senza diritto di voto. In questo caso, anzi, vedrei il pericolo concreto che lo si volesse portare progressivamente su posizioni lontane da quelle della ATCP.
Non possono essere considerati una manifestazione di apertura nemmeno i documenti forniti recentemente da Bartolomeo Sotgiu sulla transazione che lo riguarda e che sono gli stessi fatti girare fra i Consiglieri nell’agosto scorso.
In realtà sia il Presidente del CdA sia quello del CdR restano personalità fortemente compromesse in precedenti Amministrazioni e questo getta un’ombra su di loro. Piergianni Addis in particolare non ha mai chiarito, nemmeno all’interno del Consiglio, i motivi e le circostanze nelle quali è stato messo in disparte quando è stato sostituito da Claudio Addis alla Presidenza del CdA. Avrebbe dovuto farlo e sarebbe stato per lui l’unico modo veramente efficace di difendersi, ma non ha voluto o non ha potuto farlo.
In conclusione che posizione prendere nei confronti di CdA e CdR: critica o contrasto, oppure critica e contrasto insieme? Come uscire da questa situazione?
Innanzi tutto bisogna ribadire che i Partecipanti hanno il diritto di sapere da chi sono amministrati così come hanno il diritto di vedere alla guida della loro Comunità persone presentabili e competenti.
Purtroppo le cose non sembrano andare in questa direzione:
Agli errori gravi già commessi nella compilazione del Bilancio Triennale, per la cui approvazione sono state necessarie due Assemblee con relativi oneri di convocazione e di partecipazione, si aggiungono ora notizie ancora più gravi su ammanchi di cassa proseguiti in modo sistematico nel tempo e su tentativi infruttuosi, dopo più di un anno, del semplice aggiornamento di un software gestionale.
La trasparenza contabile è rimasta una bella parola.
La trasparenza amministrativa è rimasta una semplice aspirazione. Qualcuno ha potuto leggere la relazione di validazione dell’Ing. Cassitta che è costata 60.000 € al netto delle trattenute di legge oltre alla retribuzione di 30.000 € per il geologo?
Le persone responsabili di questi risultati stanno lì imperturbabili al loro posto e continueranno a restarci convinte di essere nel giusto, guarderanno con sufficienza chi la pensa diversamente e si riterranno offese se qualcuno oserà fare delle critiche.
I fatti dimostrano che queste persone costituiscono una micidiale miscela di furbizia, incompetenza e arroganza. Resteranno al potere sino a quando non saranno costretti ad andarsene.
Costringerli però non sarà facile, il potere è un collante molto forte e chi ce l’ha, o crede di averlo, fa di tutto per tenerselo stretto.
Per ottenere un cambiamento sarebbe necessaria una azione forte.